Pink Floyd: il meglio del lato folk

Pink Floyd: il meglio del lato folk
Pink Floyd: il meglio del lato folk
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«Il verde è il colore», Il verde è il suo colore, l’occhio si muove troppo velocemente per la mente e l’invidia collega la speranza con la dannazione.. “Green Is the Color” è una canzone scritta nel 1969 dalla nota band Pink Floyd. Non è, tutt’altro, quello che è stato trasmesso di più alla radio durante la lunga storia del gruppo. Appare nel primo album che il gruppo registrò all’inizio del 1969, esattamente nello stesso periodo in cui i Beatles si incontrarono per registrare un album che si sarebbe intitolato Get Back e che alla fine lasciarono il sito per registrare, pochi mesi dopo. le canzoni di quello che avrebbe costituito il loro capolavoro definitivo, Abbey Road. Questo album dei Pink Floyd, pubblicato nella tarda primavera del 1969, si chiamava More. Fu il primo album in cui il loro leader carismatico, il compositore, cantante e chitarrista Syd Barrett, la cui salute mentale aveva seriamente vacillato, non apparve affatto. Si trattava anche della loro prima colonna sonora, commissionata loro dal regista francese Barbet Schroeder, un ammiratore del gruppo. I musicisti dei Pink Floyd avevano della musica in riserva ma avevano solo due settimane ai Pye Studios di Londra per scrivere e registrare sequenze musicali e canzoni che dovevano copiare in una bozza del film che la produzione aveva loro inviato. Schroeder voleva che la musica dei Pink Floyd non fosse un accompagnamento ma fosse parte integrante del film, da integrare nella narrazione. E così è stato. Schroeder aveva scritto More insieme a uno dei migliori sceneggiatori del cinema francese dell’epoca, Paul Gégauff, che aveva scritto la sceneggiatura di Plein Soleil di René Clément insieme ad Alain Delon e aveva già collaborato a diversi film di Claude Chabrol.

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Di più racconta la storia di un giovane studente tedesco stregato da una misteriosa donna americana che lo introduce a varie droghe. Lei lo porta sull’isola di Ibiza, vengono accolti nella città di un ex nazista, immaginate che la Seconda Guerra Mondiale, per i giovani del 1969, è qualcosa di molto recente, come un periodo che, per darvi un’idea, sono finiti per noi nel 1999. E lì, ebbene, il giovane tedesco, perdutamente innamorato di questa femme fatale, si rende conto che la sua dolce metà è andata a letto con il nazista. Disperato, si inietta una dose troppo alta di eroina e muore. Queste cose erano nell’aria. Brian Jones era stato trovato morto annegato nella sua piscina qualche mese prima dell’uscita in Francia del film, poi vietato ai diciottenni, film che sognavo di andare a vedere, perché ovviamente c’era in questo divieto qualcosa di solforoso e attraente. Ricordo che fissavo la copertina dell’album Di piùl’avevamo a casa, era una foto dai colori solarizzati, nei toni dell’arancio tramonto e del blu oltremare. Un paesaggio misterioso che avrebbe potuto essere quello della luna, se non ci fosse stata, piantata lì in questa specie di deserto, un mulino a vento e tre figure in miniatura, che sembrano cavalieri perduti, abbiamo pensato a Don Chisciotte, in questo ostile paesaggio.

Curioso quindi il 1969, l’anno del festival di Woodstock, dall’Isola di Wight in Europa. L’apogeo, credono alcuni, il periodo hippie, la pace, l’amore, la liberazione, eppure sentiamo che sta arrivando qualcosa di malvagio. È curioso, i Pink Floyd hanno, per un’intera generazione, penso a coloro che hanno scoperto, in massa, questo gruppo grazie all’album Il lato oscuro della lunapubblicato nel 1973 e coronato da un successo trionfante. Doveva essere l’apice della musica cosmica, il librarsi in volo, il sogno del viaggio interplanetario, qualcosa di bello e meraviglioso. Tuttavia c’era, è giusto dirlo, un lato oscuro e nascosto. La malattia mentale di Syd Barrett, il fondatore del gruppo, ovviamente. I Pink Floyd hanno accompagnato, per molti, anche la scoperta di paradisi artificiali, pericolosamente attraenti. Alcuni, alcuni, ho esempi intorno a me, bruciavano bastoncini di incenso nella loro cameretta da adolescenti, tirando le tende e ascoltando i Pink Floyd, per far credere ai propri genitori che erano drogati mentre, in quei primi anni, non vivevano in una grande città, o nelle vicinanze, era impossibile procurarsi le droghe proibite, qualunque esse fossero.

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Questa sera, in occasione della pubblicazione del nuovo album di David Gilmour, di cui vi ho parlato durante lo show di lunedì scorso, volevo farvi ascoltare, per così dire, i miei Pink Floyd. Non i grandi voli cosmici, che molti conoscono, ma le canzoni folk psichedeliche, spesso scritte da Roger Waters ma interpretate da David Gilmour. Che sentiamo meno spesso, come il bellissimo «Il verde è il colore»in cui molti volevano sentire un’evocazione dell’isola di Ibiza, dove avevano soggiornato i musicisti. In questa fragile, tremante dolcezza, meravigliosamente evocata dalla voce flautata di David Gilmour e dalla discrezione dell’accompagnamento, molto classico, senza saturazioni psichedeliche né effetti speciali, beh, cogliamo tuttavia qualcosa di inquietante, come la lontana minaccia di una tempesta in cui ci Non voglio credere quanto il cielo sia puro, l’aria trasparente e l’atmosfera idilliaca. Eppure accadrà.

Per saperne di più ascolta lo spettacolo…

Viaggio molto buono Ascolta più tardi

Lezione Ascoltare 53 minuti

Playlist:

Pink Floyd – Album « Green Is the Color » « More (colonna sonora originale del film) [2011 – Remaster] »
Pink Floyd – Album « Fearless » « Meddle (2011 rimasterizzato) »
Pink Floyd – Album « Grantchester Meadows » « Ummagumma (2011 Remastered Vision) »
Pink Floyd – Album «If» «Atom Heart Mother» (2011 Remastered Vision) »
Pink Floyd – « Wots… Uh the Deal » album « Obscured by Clouds (2011 Remastered Vision) »
Pink Floyd – Album « Wish You Were Here » « Wish You Were Here – Remastered 2011 »
Pink Floyd – Album « Goodbye Blue Sky» « The Wall – Visione rimasterizzata 2011 »
Pink Floyd – Album « The Show Must Go On » « The Wall – Visione rimasterizzata 2011 »
Pink Floyd – « Lato 4, pt. 4: Più forte delle parole » album « Then Endless River »
David Gilmour -Album «Smile» «Su un’isola»

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