“Hey Panda” di High Llamas, ricreato da zero – Libération

“Hey Panda” di High Llamas, ricreato da zero – Libération
“Hey Panda” di High Llamas, ricreato da zero – Libération
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Album

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Compiendo un salto creativo inaspettato, il gruppo cult indie pop dell’irlandese Sean O’Hagan, vicino agli Stereolab e divenuto un produttore molto richiesto, offre un’esperienza musicale sconcertante e formidabilemente orecchiabile.

La scena si svolge intorno alla metà degli anni ’90. Richard Branson, il miliardario ex capo della Virgin, vuole attirare un grosso pesce della mitologia rock nelle reti della sua nuova etichetta, V2. Gli Stones non sono liberi (ironicamente, hanno un contratto con la Virgin), quindi Branson mette gli occhi sui Beach Boys. Problema: il gruppo californiano e il suo leader demiurgo, Brian Wilson, sono lontani da molto tempo. Per tentare un riavvicinamento diplomatico e convincere la famiglia disintegrata a registrare un album di riconciliazione, viene inviato un emissario che non ha esperienza nei guai del grande mondo dello spettacolo ricano ma che ha la sua maestria da Beach Boys, e che ha appena pubblicato un album con la V2, Hawaii, dove più o meno riprende le cose da dove Brian Wilson le aveva lasciate per rimanere bloccate nei primi anni ’70.

Sean O’Hagan degli High Llamas arriva così in California, incontra i due clan, subisce il disprezzo di Mike Love che si chiede cosa ci faccia questo sconosciuto irlandese sotto il loro parasole, ma giunto al Santo Graal, di fronte a Brian Wilson, il benvenuto è molto più caldo. «Sei stato tu a farlo Hawaii ? Ma allora tu sei IO!” gli dice Wilson, con tutta la sincerità ammirativa e infantile che gli è propria. L’album dei Beach Boys prodotto da O’Hagan non verrà mai pubblicato (purtroppo o no).

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