Quanto valgono i nuovi album di Kendji Girac, Coldplay e Stéphane? Le nostre recensioni!

Quanto valgono i nuovi album di Kendji Girac, Coldplay e Stéphane? Le nostre recensioni!
Quanto valgono i nuovi album di Kendji Girac, Coldplay e Stéphane? Le nostre recensioni!
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Crediti fotografici: Rubens Hazon / Anna Lee / Copertina

Kendji Girac | “Vivere…”

Colpa mia. Il ritorno di Kendji Girac avviene in un contesto particolare. Mentre progettava un album speciale per celebrare la sua decima carriera, l’ex vincitore di “The Voice” ha fatto notizia dopo essere stato colpito da una sparatoria in seguito ad una caotica discussione con il suo partner. I dettagli di questa vicenda danneggiarono la sua immagine di genero ideale. Dopo aver fatto un passo indietro e essersi scusato con il pubblico, il cantante torna oggi con “Vivre…”, un sesto disco non previsto, scritto e composto principalmente dai suoi cari amici Vianney e Renaud Rebillaud. Circondato da un bel team, composto anche da Ycare, Emma Peters, Louane e P3gase, e aiutato da testi particolarmente curati, Kendji Girac cerca di trovare l’equilibrio tra le sue sonorità festose e gipsy, e le ballate in via di redenzione. Sono quindi le melodie morbide ad avere (troppo) la precedenza sul resto. Si rivolge ai fan nel singolo “If only…”, sotto forma di mea culpa, suona pentito nel midtempo e radiofonico “J’ai change”, ritorna sul suo desiderio di farla finita con l’intenso e fortunato “Le Choix” (100% Vianney!), racconta una disputa coniugale su “Comme avant”, ed evoca addirittura il suo analfabetismo all’inizio forte “Savoir dire”, facendo evolvere la sua interpretazione tra potenza e belle sfumature. Se il resto è più irregolare, Kendji Girac tira fuori ancora le chitarre e si riconnette con le sue radici su brani ballabili fin troppo rari come “Je te salut”, unificanti ma senz’anima con i suoi “shalom”, “salam” e “hallelujah”. in questi tempi difficili, la vivace “Soy lo que soy” (molto Soolking) o le sue cover di “Chiribi” o “Amor de mis amores” dei Gipsy Kings, un po’ perse alla fine del progetto. Un album un po’ traballante, una sorta di primo passo verso un vero e proprio ritorno a voltare pagina. JG

Per ascoltare: “Le Choix” (il successo dell’album!), la superba ballata “Savoir dire”, “Si Seul”, la festosa “Soy lo que soy”
Uno zapper: i dimenticabili “Camila” e “Ti saluto”, un po’ ingenui

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Coldplay | “Musica lunare”

Il lato luminoso della luna. Con i Coldplay è sempre stato così per circa dieci anni. Vista la delusione rappresentata da “Music of the Spheres”, uscito nel 2021, potremmo sperare che “Moon Music” sia quella giusta! Siamo stati rassicurati anche dal primo singolo “Feelslikeimfallinginlove”, una bella hit pop, non trascendentale ma piuttosto carina. Meno dal suo successore “We Pray”, un appello umanista piuttosto ingenuo. Questa dicotomia è il problema principale di questa “Moon Music”, costantemente divisa tra il buono e il cattivo gusto, e la cui tracklist alterna costantemente superbi pezzi spaziali e grandi macchine pop fallite. Nel primo caso, questo dà la superba apertura malinconica “Moon Music”, “Jupiter” o la ballata di grande successo “All My Love”. Dall’altro, la totalmente superflua “We Pray”, “Good Feelings” (una pigra rivisitazione della hit “My Universe” firmata da Nile Rodgers) o l’orribile “Aeterna”, un datato tentativo di EDM. Peccato perché affidandosi a collaboratori più esigenti (Jon Hopkins e Little Simz), “Moon Music” propone un vibrazione autunnale morbido e nostalgico, e avrebbe potuto essere una sorta di “vita quotidiana” più colorata. Tranne quello Coldplay sono i Coldplay, e il gruppo ricade regolarmente nelle sue debolezze da pompiere e nel suo pop FM troppo facile, progettato solo per emozionare gli stadi. Ma perché cambiare una ricetta che funziona così bene? Aspettiamo quindi di vedere se il prossimo alzerà (o meno) il livello… TBC

Per ascoltare: la bellissima introduzione “Moon Music” – “Feelslikeimfallinginlove”, “Jupiter” molto dolcemente
Uno zapper: La disastrosa “Aterna”, “We Pray” e la sua leziosa ingenuità

Stephane | “La prigione degli amanti infelici”

Triangolo scaleno. Stéphane è sul nostro radar sin dal magnifico titolo “Douleur jefugis”, tratto da un convincente primo album intitolato “Madame” (2023). L’artista svizzero, con una voce profonda e soave, esplora le (dis)avventure poliamorose nel suo secondo lungo formato. Al centro di questo racconto autobiografico in 13 composizioni? La storia di una doppia storia d’amore al femminile che porterà tante lacrime e parole, da sfogliare in ordine cronologico, canzone dopo canzone. Prima ci sono le emozioni (“Nei miei pensieri”), il dolce “Veleno” nelle vene poi la trappola, esposta nel piccolo successo “Ma Chérie”: Stéphane ama una donna che non lo ama mentre Un altro si infatua di lei . Ciò che segue, attraverso riff di chitarra a volte acustici, a volte blues-rock, un amore impossibile che brucia (“BBQoeur”), una rottura tempestosa (la superba “The last step”, “Pluie d’enfer”), domande, rimorsi.. . prima che il tempo faccia il suo lavoro (“È tutto per me”). “ Questa è la colonna sonora di una storia d’amore che non dimenticherò mai » riassume il cantante che consegna, con l’aiuto di Alexandre Zuliani (Thérapie Taxi) e Valentin Marceau nella produzione, un disco intenso, toccante e incarnato. Forse manca un pizzico di audacia, spingendo lo slider anni ’80 che gli si addice perfettamente, ad esempio, per cambiare marcia. Da notare che un cortometraggio di 12 minuti accompagna l’album. ANNO

Per ascoltare: “Ma darling”, un inno immediato, la bellissima “La nuit” con Cobalto, “L’ultimo passo”, “Mauvais karma”
Uno zapper: “Nei miei pensieri”, con una melodia un po’ facile

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