DayFR Italian

Quello che la Yamaha vede in Rins nonostante gli infortuni

-

I dubbi generati dalle prestazioni di Álex Rins dopo il suo ritorno dalla frattura della seconda gamba in due anni contrastano con la fiducia riposta in lui dalla Yamaha. La Casa lo ha ingaggiato l’anno scorso mentre era in convalescenza, poi ha scommesso nuovamente su di lui prolungandolo fino al 2026 mentre è ancora gravato dalle conseguenze degli infortuni. Se presupponiamo che nessun team della MotoGP voglia rendersi la vita difficile, soprattutto quando si tratta di una fabbrica che ha vinto più titoli, la logica ci porta a credere che ci sia una buona ragione affinché Yamaha abbia così mantenuto un pilota che rilancia di più domande che certezze.

Questi dubbi non sono dovuti al suo talento, ampiamente dimostrato nel corso degli otto anni trascorsi da Rins in MotoGP, scanditi da sei vittorie e 18 podi. Derivano, però, dalle limitazioni che lo spagnolo potrebbe avere nella guida e, di conseguenza, dal potenziale impatto dei suoi infortuni sui suoi risultati dopo il grave incidente nel GP d’Italia dello scorso anno. Si è poi rotto la caviglia destra e la tibia in una caduta durante la gara sprint. Successivamente Rins ha dovuto sottoporsi a molteplici interventi per cercare di riprendere il pieno possesso delle sue capacità ed è riuscito a tornare alle competizioni solo dopo quattro mesi.

Ovviamente non c’è mai un buon momento per avere un incidente, ma questo è arrivato nel momento peggiore per il catalano, quando poco prima aveva vinto il GP delle Americhe su una Honda con la quale solo Marc Márquez sembrava in grado di vincere, e mentre il mercato era in pieno svolgimento. All’epoca poteva sembrare sorprendente che Rins fosse stato ingaggiato dalla Yamaha, soprattutto perché non poteva dare alcuna garanzia sulle sue condizioni fisiche al momento della firma del contratto.

Se già questa assunzione aveva sollevato interrogativi, il rinnovo del suo contratto, due mesi fa, ha ulteriormente diviso le opinioni. Rins si è infortunato ancora una volta dopo una pesante caduta ad Assen. Ciò gli ha causato una nuova frattura alla gamba sinistra, già pesantemente colpita lo scorso anno, e altre due al polso destro, quello che controlla l’acceleratore, che lo hanno costretto a rinunciare alla partecipazione alle gare in Germania e Gran Bretagna.

A quel punto della stagione, Rins aveva accumulato un totale di otto punti in otto Gran Premi, con i suoi migliori risultati ottenuti con il 13° posto a Portimão e Jerez, in contrasto con i 39 punti del suo compagno di squadra, Fabio Quartararo, già visti due volte nel top 10 e addirittura tre volte nella gara a punti sprint. Aggiungendo poi le sue precarie condizioni fisiche, era difficile immaginare Rins sfondare sulla M1, eppure Yamaha ha infatti ribadito la sua scelta di collaborare con lui. Non per un anno, ma due, fino alla fine del 2026.

>

Nonostante i risultati sulla carta siano ancora scarsi, la Yamaha ha individuato il valore di Álex Rins.

Foto: Gold and Goose / Immagini Motorsport

A questo punto sorge spontanea una domanda: cosa vede in lui il brand giapponese? La domanda potrebbe sembrare fuori luogo, tuttavia lo stesso pilota la ritiene rilevante viste le sue recenti statistiche. “La riflessione è opportuna perché non ho ancora potuto dimostrare il mio pieno potenziale nelle corse. Sarebbe molto egocentrico lanciarmi dei fiori, ma i commenti che faccio devono sicuramente essere utili [à Yamaha]proprio come il mio metodo quando si tratta di valutare parti specifiche della moto”, affida ad Álex Rins Motorsport.com quando gli è stato chiesto a riguardo.

Ancora oggi sostiene che i suoi recenti incidenti non influiscono sulla sua capacità di prestazione. Dal rientro dall’infortunio è entrato due volte in zona punti e ha ottenuto la sua prima top 10 con la Yamaha, ma ha totalizzato solo 12 punti contro i 37 di Quartararo. Penultimo in un Gran Premio particolarmente massacrante in Giappone, è apparso particolarmente frustrato e ha voluto sottolineare che la sua scarsa prestazione non era dovuta alle sue condizioni fisiche.

Sì, ovviamente zoppica dall’infortunio dell’anno scorso, però insiste che questi postumi non sono assolutamente la causa. “La gente comincia a fare supposizioni errate. Se la mia gamba destra fosse come la sinistra i risultati sarebbero gli stessi. In bici non mi influenza per niente” assicura.

In Yamaha, Honda e Suzuki, sostegno unanime

Rins può contare sull’appoggio di Quartararo in Yamaha, che ha tanto più peso visto che, logicamente, il francese sarebbe il primo a volerlo battere essendo suo compagno di squadra. “Cosa vede Yamaha in Álex? Beh, sei vittorie, podi e un terzo posto nel mondiale 2020. E poi è un pilota veloce, uno dei più veloci, anche se in questi anni non ha avuto molto” fortuna perché ha subito infortuni significativi. analizza il campione del 2021.

Davide Brivio, dal canto suo, non ha mai nascosto di apprezzare Álex Rins, come dimostra il fatto di aver reclutato lo spagnolo in Suzuki per farlo debuttare in MotoGP nel 2017 e di averlo poi mantenuto fino alla propria partenza. “Se Yamaha apprezza ciò che ha da offrire, Álex può restare lì per tutta la vita. È molto bravo nel suo ruolo di sviluppatore”. spiega l’uomo che oggi è il caposquadra della squadra Trackhouse.

Brivio sa di cosa parla: nel 2017, mentre Rins era al debutto in MotoGP, la Suzuki si affidò al più esperto Andrea Iannone per scegliere la configurazione del motore da adottare per la stagione, ma questa scelta non fu quella giusta e avrebbe portato ad una stagione senza podio per la Suzuki, con una caduta così brutale da far sì che la squadra beneficiasse di concessioni destinate ad aiutare i costruttori in difficoltà. Rins successivamente ha tenuto un discorso molto apprezzato internamente.

Lucio Cecchinello, altro ex boss di Rins in MotoGP, questa volta su Honda, condivide il parere di Quartararo e Brivio: “Álex ha molta esperienza, oltre a una grande sensibilità e capacità di sviluppare la moto. Non dimentichiamo che ha trascorso molti anni in Suzuki, dove il suo contributo allo sviluppo della moto gli ha permesso di diventare campione del mondo nel 2020. è uno che dà tutto, è una risorsa molto preziosa. Quando tornerà al 100% sarà di grande aiuto alla Yamaha.

>

Álex Rins è riuscito a far vincere la Honda nel 2023, un fatto che rimane unico.

Foto: Gold and Goose / Immagini Motorsport

La vittoria a sorpresa conquistata da Rins ad Austin lo scorso anno, per conto del team LCR Honda, resta a tutt’oggi l’ultima per la Casa dell’ala dorata, dimostrando se necessario quanto la Honda stenti a tornare ai livelli. La Yamaha deve ringraziare anche il rivale giapponese, perché se ha potuto permettersi i servizi di Rins è perché la Honda non ha mantenuto la promessa di promuoverlo come pilota ufficiale.

“Álex non voleva lasciare la Honda, ma si è sentito tradito ed è per questo che se n’è andato” aggiunge una fonte vicina al pilota spagnolo. La scarsa lungimiranza della HRC ha quindi permesso al suo concorrente più diretto di accaparrarsi un pilota la cui mancanza sarebbe poi stata particolarmente sentita dopo la decisione di Marc Márquez di partire per la Ducati.

Secondo le informazioni di Motorsport.comLa Yamaha avrebbe addirittura voluto ingaggiare Rins dal 2023 per sostituire prima Franco Morbidelli, ma questa opzione non è stata mantenuta per non rompere il contratto dell’italiano. Ma ora che Rins è legato a lei fino alla fine del 2026, il brand di Iwata afferma: “La voglia di migliorare la M1 è un fattore determinante per comprendere questo rinnovamento, così come lo è il fatto di recuperare una squadra satellite per il 2025”.

Il brand ha infatti lanciato diversi progetti volti a gettare nuove basi per un futuro più luminoso. Troverà un team satellite la prossima stagione, con l’ingresso nel programma di Pramac Racing e dei suoi due esperti piloti, Miguel Oliveira e Jack Miller. Yamaha sta inoltre avviando un processo di rimpasto del proprio reparto tecnico, iniziato quest’anno con l’arrivo di Max Bartolini come direttore tecnico, nonché l’implementazione di nuovi protocolli volti ad accelerare lo sviluppo della moto, e tutto ciò sta iniziando a prendere forma. mostrano segnali positivi.

Oggi, mentre sono state valutate diverse configurazioni di telaio e motore e un V4 dovrebbe fare il suo debutto nei test nei prossimi mesi, la dinamica di lavoro sembra buona in Yamaha. L’opinione di un pilota come Rins, con la sua sensibilità ed esperienza, giustifica quindi probabilmente il fatto che il marchio continui a credere in lui e la sua volontà di prolungargli il contratto per altri due anni nonostante gli infortuni.

Con Luca Bartolomeo

Related News :