Nella Giornata mondiale degli insegnanti…una finestra sull’istruzione primaria – quotidiano Al-Safir 24 Assafir

Nella Giornata mondiale degli insegnanti…una finestra sull’istruzione primaria – quotidiano Al-Safir 24 Assafir
Nella Giornata mondiale degli insegnanti…una finestra sull’istruzione primaria – quotidiano Al-Safir 24 Assafir
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As-Safir 24 – Scritto da: Aziz Laouissi

Nella Giornata mondiale degli insegnanti, che cade il 5 ottobre di ogni anno, penne e lenti sono spesso rivolte alle donne e agli uomini nel campo dell’istruzione, purché legati alla loro festività internazionale, che richiede di celebrarli e valorizzare i loro molteplici ruoli. nei settori dell’istruzione, dell’istruzione, della costruzione e dello sviluppo.

Nella misura in cui in questa Giornata internazionale si celebrano gli insegnanti, si emargina un gruppo fragile che è parte integrante della famiglia dell’educazione e della formazione, e ciò riguarda la categoria degli “educatori e tate dell’istruzione primaria” che svolgono un ruolo centrale nella costruzione l’edificio dell’apprendimento nella sua fase iniziale, che li rende Veri costruttori di educazione, e leve solide e indispensabili nel processo di costruzione del bambino e di accoglienza delle sue capacità, talenti ed emozioni nelle prime fasi della vita, prima che vengano messe in atto sulla strada dell’educazione di base, in modo da far loro assumere il ruolo di fondamento di base, senza il quale è difficile costruire, costruire e ricostruire, e questi sono ruoli Un’educazione multiforme che non è priva di fatiche e fatiche , date non solo le specificità del gruppo target di questa formazione iniziale, ma anche in considerazione dell’ingiustizia, dell’ingiustizia, dell’emarginazione e della mancanza di riconoscimento che questi lavoratori in difficoltà e pazienti stanno sperimentando;

Per chiarire la visione, segnaliamo che gli educatori e le tate dell’istruzione primaria appartengono a un ministero la cui autorità si estende, oltre all’istruzione nazionale e allo sport, all’”istruzione primaria”, e allo stesso tempo non sono inquadrati in alcun quadro giuridico chiaro. che prova la loro discendenza giuridica da questo ministero, e ruotano nell’orbita del diritto del lavoro, senza beneficiare, sul piano realistico, dei diritti e delle garanzie previste dalla legislazione del lavoro, e lavorare durante il periodo di protezione sociale, senza essere colpiti dai suoi venti forti, e di essere coperti dalla previdenza sociale, ma in molti casi non vengono dichiarati, o vengono dichiarati secondo ciò che desidera la nave dell’operatore, e tra questo Inoltre, questo lavoratore, che abbraccia un gruppo di laureati, vive in uno stato di smarrimento a livello di identità e di appartenenza, che le fa praticare la propria nobile missione, senza un orizzonte professionale e lavorativo ben definito, che le fa sentire l’onore della professione e l’amore di appartenenza all’istruzione elementare, nella quale lavorare è un nobile servizio per il bene della Patria e dei suoi figli;

Alla luce di questo labirinto professionale e occupazionale, resta il fatto accertato che questi lavoratori vivono alla mercé di associazioni, molte delle quali non hanno alcun legame con l’istruzione, se non con la bontà e la carità. Alcuni dei loro leader, alla luce di leggi confuse, hanno cambiato direzione nei datori di lavoro, la cui principale preoccupazione è la ricerca di ciò che offre l’istruzione elementare. Di profitti, guadagni e benefici, a scapito dell’istruzione e del futuro della nazione, in assenza, compiacenza o inazione delle autorità di controllo amministrativo ed educativo, e questo. realtà, ha aperto la strada a queste persone, per estendere la loro mano su un settore educativo sensibile e controllare i suoi lavoratori, a volte attraverso il ricatto, altre volte attraverso la provocazione, e in terzo luogo attraverso la repressione e la minaccia di espulsione arbitraria. E questo lavoratore indifeso rimane costretto a farlo sopportare questa realtà “poco professionale” e “umiliante”, con i suoi bassi salari e molte difficoltà, sotto la pressione della coercizione, per sfuggire allo spettro della disoccupazione, a causa dei vertici delle associazioni – esclusi ovviamente – nei quali la bontà del la patria e la coscienza dell’educazione e della morale morirono e i valori per i quali sorgono le nazioni e sorgono le nazioni.

Viviamo in un periodo di riforma del sistema di istruzione e formazione e, nel contesto dell’attuazione dei requisiti di un nuovo sistema di base per i dipendenti del Ministero dell’Istruzione Nazionale, dell’Istruzione Primaria e dello Sport – il Settore dell’Istruzione Nazionale – è inappropriato , dal punto di vista giuridico ed educativo, affinché educatori e tate continuino a vivere in uno stato di limbo giuridico e professionale, senza essere inclusi. Uno statuto speciale, che li lega al ministero custode del settore, raggiungerà gli obiettivi di equità , avanzamento professionale, motivazione e stabilità sociale e psicologica, o almeno sottoporli all’autorità di un’istituzione o agenzia pubblica per l’istruzione primaria, liberandoli dalle grinfie delle associazioni di istruzione primaria e dalla loro manomissione, in un momento in cui lo Stato è scommettere su un’istruzione efficace ed efficace. Per risolvere la battaglia per il decollo dello sviluppo globale, e non è giusto lasciare un settore strategico (l’istruzione primaria) alla mercé di alcuni leader associativi egoisti e irresponsabili, che lo devastano invano. e avidità, sotto gli occhi di chi ha esattamente la responsabilità del controllo, in assenza di meccanismi di monitoraggio, responsabilità e contabilità, che tutelerebbero i lavoratori da ogni possibile manomissione o abuso.

Gli “educatori e le tate” nell’istruzione primaria svolgono un ruolo fondamentale e centrale nell’azione educativa nelle sue fasi iniziali e meritano equità, motivazione, riconoscimento e apprezzamento, proprio come il resto delle componenti della famiglia educativa. nell’era del modello di sviluppo, della riforma educativa, della protezione sociale e del governo sociale così come sono promossi, affinché lavorino alla mercé di datori di lavoro egoisti, che dovrebbero servire l’istruzione primaria e il contributo dei cittadini al suo progresso, per servire ampi segmenti di il popolo, che non ha altro sostegno se non l’abbraccio dell’istruzione pubblica. A questo proposito, i sindacati educativi, in base alle loro responsabilità nella difesa delle condizioni educative dei lavoratori, la bussola deve essere indirizzata verso i lavoratori dell’istruzione primaria ed evidenziare la fragilità, l’ingiustizia. e l’emarginazione che sperimentano e difendono, secondo i mezzi di lotta disponibili, le rivendicazioni di questo gruppo che soffre in silenzio, senza essere toccato dai risultati senza precedenti ottenuti dai dipendenti dell’istruzione nazionale in occasione del nuovo statuto;

Quanto al Ministero, che è custode del settore, dal canto suo, è responsabile delle manifestazioni di fragilità, esclusione, ingiustizia e blocco dei lavoratori dell’istruzione primaria, ed è chiamato, in un momento di riforme e modernizzazione, per trovare soluzioni innovative e creative che regolino i fili di questo settore vitale, in modo da inserirlo nel circolo della legge e dell’ordine, compreso il conferimento di potere ai lavoratori con un quadro giuridico che protegga i diritti e preservi la dignità, con cui il siano raggiunti gli obiettivi di giustizia, uguaglianza ed equità e gli obiettivi di stabilità professionale, sociale e psicologica, per i lavoratori che lottano tra il popolo, che bruciano nel silenzio e nel dolore, per illuminare il cammino della speranza e della vita, e ciò che è stato detto per quanto riguarda gli educatori e le tate, questo vale in misura diversa per gli altri lavoratori che sembrano più fragili, miserabili ed emarginati, senza che la loro voce venga ascoltata, e qui intendiamo i “supervisori uomini e donne” del programma di sradicamento dell’analfabetismo nelle moschee, che combattono le tenebre dell’analfabetismo e dell’ignoranza, instancabilmente, all’interno delle moschee di tutto il Regno, e non davanti a loro. Non c’è altra scelta che accettare la realtà del lavoro, il cui titolo importante e ampio è fragilità.

Che si tratti degli educatori e degli educatori dell’istruzione primaria, o degli amministratori uomini e donne del programma di alfabetizzazione nelle moschee, entrambi condividono dosi di fragilità, disperazione, ingiustizia, emarginazione ed esclusione, e condividono un senso individuale e collettivo di controllo su ciò che ciò che è evidente e ciò che è nascosto, nella speranza che il messaggio raggiunga i decisori educativi, rispettivamente, a livello nazionale e il Ministero delle dotazioni e degli affari islamici, al fine di prestare attenzione, rimedio e trattamento, e questo non è difficile, per un lavoratore che combatte le tenebre e illumina il cammino delle speranze e dei sogni…

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