“Il presidente Biden lunedì ha commutato le condanne di quasi tutti i prigionieri nel braccio della morte federale, preservando la vita di 37 uomini un mese prima del ritorno alla presidenza di Donald Trump, che ha promesso di riprendere le esecuzioni federali”, rapporti Il New York Times questo 23 dicembre.
I prigionieri interessati “sconterà una pena all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale, specifica il giornale. Solo tre uomini, tutti colpevoli di storici omicidi di massa, rimarranno nel braccio della morte federale”. Ci sono inoltre più di 2.000 prigionieri nel braccio della morte a livello statale, 27 dei quali prevedono ancora la pena di morte (sebbene le esecuzioni siano concentrate in alcuni di essi).
Il quotidiano ricorda che l'abolizione della pena di morte, per quanto riguarda le autorità federali, figurava tra i temi della campagna del presidente democratico. Se non riuscisse a approvarlo al Congresso, “ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di imporre una moratoria sulle esecuzioni federali.”
Al contrario, “durante il suo primo mandato, Donald Trump ha ripreso le esecuzioni federali dopo quasi vent’anni di interruzione; ne sono avvenuti tredici, tutti negli ultimi sei mesi della sua presidenza”. Si è espresso a favore di un'estensione della pena di morte, senza specificare in quali casi.
Un presidente che ha variato molto sull’argomento
Se Joe Biden sottolineasse che queste commutazioni di pena corrispondevano a dei principi – riservando la pena capitale solo ai casi di “terrorismo e omicidi di massa di natura odiosa” –, Il Washington Post ricorda di essere stato a lungo un fervente difensore della pena di morte. L'azione del suo governo in questa materia è stata “non molto coerente”, secondo il giornale, i pubblici ministeri federali hanno nuovamente ottenuto una condanna a morte per l'assassino della sinagoga di Pittsburgh che ha sparato e ucciso 11 persone.
Molti oppositori della pena capitale avevano invitato il presidente a compiere questo gesto, compreso Papa Francesco con cui aveva parlato telefonicamente la settimana scorsa. Joe Biden viene criticato, rileva Il Washington Post, da chi vorrebbe vederlo esercitare maggiormente il suo potere di perdono, prerogativa tradizionalmente utilizzata alla fine del suo mandato.
Il presidente uscente ha comunque commutato le sentenze di 1.500 persone poste agli arresti domiciliari, un numero record in un solo giorno. In precedenza aveva graziato suo figlio Hunter Biden, condannato per possesso di armi ed evasione fiscale; un gesto che gli era valso numerose critiche.