A quasi 120 anni dalla loro beatificazione, i Carmelitani di Compiègne sono riconosciuti santi dalla Chiesa cattolica. Papa Francesco ha rilanciato la loro causa nel 2022, accogliendo così la richiesta dei vescovi di Francia, accettando una speciale procedura chiamata “canonizzazione equipollente”. Questa procedura permette di eliminare l'obbligo del riconoscimento del miracolo, in linea di principio necessario per la canonizzazione. I beati vengono poi riconosciuti santi con semplice dichiarazione del Papa, senza alcuna cerimonia particolare. Così ha fatto Francesco il 18 dicembre 2024.
Accusate dal tribunale rivoluzionario di complotto contro la Rivoluzione, queste 16 suore furono ghigliottinate in Place de la Nation il 17 luglio 1794. La memoria cattolica ricorda che cantavano inni sui carri che le portavano al patibolo. Diventano simboli di fedeltà alla fede e di coraggio di fronte alla morte certa.
Già riconosciuti nel 1906 come martiri “in odio alla fede” (cioè uccisi “in odio alla fede”) durante la loro beatificazione da parte di Papa San Pio X, diventano ora modelli di fede per la Chiesa universale. Ma la loro memoria, trasmessa in particolare dall' Dialoghi dei Carmelitani di Georges Bernanos (e l'opera di Francis Poulenc), solleva un problema molto francese: quello delle violenze antireligiose commesse dai rivoluzionari, e la loro ricezione oggi. Una questione ancora in gran parte tabù in Francia, sia nella storiografia che nella società, come sottolinea Paul Chopelin, specialista in storia politica e religiosa del periodo rivoluzionario. Quest'ultimo colloca il destino dei Carmelitani nel loro contesto storico, evidenziando la complessità dei dibattiti dell'epoca.