Quando il gigante taiwanese dei chip elettronici TSMC alza la posta.

Quando il gigante taiwanese dei chip elettronici TSMC alza la posta.
Quando il gigante taiwanese dei chip elettronici TSMC alza la posta.
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La notizia è arrivata all’inizio della settimana, mentre l’esercito cinese stava effettuando una nuova esercitazione militare di portata senza precedenti al largo delle coste di Taiwan; Il ministro della Scienza e della Tecnologia dell’isola ha annunciato che il colosso taiwanese TSMC costruirà una nuova fabbrica di chip elettronici fuori dal Paese e più precisamente in Europa, dopo quella a Dresda in Germania. Il momento dell’annuncio non è dovuto al caso: Taiwan si prepara al blocco. E i 150 aerei da caccia, i bombardieri, 5 navi da combattimento e la portaerei all’avanguardia schierata da Pechino intorno all’isola dimostrano che la minaccia cinese è molto seria.

Il blocco è uno scenario oscuro per l’economia mondiale.

Taiwan è il cuore tecnologico dell’economia mondiale. Il 62% dei chip elettronici utilizzati nel pianeta sono prodotti a Taiwan, quasi da un’unica azienda: TSMC. I chip però si trovano ovunque, dagli smartphone alle lavatrici. Un blocco e, in pochi giorni, gran parte delle fabbriche del pianeta vengono chiuse.
Consapevole di questo pericolo, TSMC ha deciso di costruire fabbriche di chip fuori Taiwan, in Giappone, Stati Uniti ed Europa.

Questa è una buona notizia, ma per accogliere queste fabbriche, gli Stati devono ritirare i loro libretti degli assegni. E TSMC sa molto bene come sfruttare la concorrenza tra paesi per raccogliere quanti più sussidi possibile. Per realizzare la prima fabbrica TSMC in Europa, la Germania ha donato al gruppo taiwanese 5 miliardi di euro. Questa è la metà dell’importo dell’investimento pianificato. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha promesso 6,6 miliardi di dollari per averne una propria, nei sobborghi di Phoenix, in Arizona.

Quindi anche la Francia vorrebbe avere la sua “Giga-fabbrica” – così si dice di moda – per i semiconduttori.
Ma abbiamo ancora i mezzi per partecipare alla corsa ai sussidi? È qui che torniamo agli oscuri dibattiti sul bilancio del momento. Con una cruda realtà: la Francia chiuderà l’anno con un deficit pubblico pari al 6,1% del Pil mentre quello della Germania è appena superiore all’1,5%. Morale della favola: la sovranità industriale ha un costo e va pagata in contanti.

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