Morte di Philippine: il sospettato, arrestato in Svizzera, rifiuta l’estradizione con procedura semplificata in Francia

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L’individuo, di 22 anni, è stato arrestato tre giorni dopo i fatti alla stazione di Ginevra. Resta quindi in detenzione in attesa della decisione definitiva sulla sua estradizione.

Il principale sospettato dell’omicidio di Philippine in Francia a settembre, arrestato in Svizzera, rifiuta di essere estradato, ha dichiarato mercoledì il Ministero federale della Giustizia.

“L’imputato non ha acconsentito all’estradizione semplificata”ha indicato un portavoce dell’Ufficio federale di giustizia in una e-mail all’AFP, confermando le informazioni della televisione pubblica svizzera RTS.

Lo ha confermato all’AFP anche la Procura di Parigi “appreso dalla giustizia svizzera che il sospettato era stato ascoltato il 16 ottobre e aveva rifiutato la sua estradizione con procedura semplificata”.

“La procedura ordinaria di estradizione prosegue”ha riferito la procura di Parigi, che il 21 settembre ha aperto un’indagine giudiziaria per stupro e omicidio dopo il ritrovamento del corpo di Philippine, una studentessa di 19 anni dell’Università Paris-Dauphine.

La giovane donna è stata ritrovata sepolta nel Bois de Boulogne, nella parte occidentale di Parigi. Taha O., 22enne marocchino e principale sospettato, è stato arrestato il 24 settembre alla stazione centrale di Ginevra.

Una richiesta di estradizione

La Francia ha presentato una richiesta di estradizione il 9 ottobre. Il Ministero federale della Giustizia può seguire la volontà dell’imputato o discostarsi da essa e chiederne l’estradizione.

In questo caso l’imputato può ricorrere fino al Tribunale federale, la massima autorità giuridica svizzera, e resta in detenzione fino alla fine della procedura di estradizione.

“La procedura ordinaria può durare più di un anno, soprattutto nei casi complessi e se vengono intraprese tutte le vie di ricorso”precisa la scheda informativa del ministero sulle procedure di estradizione.

Questo omicidio suscitò un’immensa emozione in Francia e anche un virulento dibattito pubblico. Il sospettato era già stato condannato nel 2021 per stupro, poi rilasciato nel giugno 2024. “alla fine della frase” Lo ha riferito la Procura di Parigi. È stato poi rinchiuso in un centro di detenzione amministrativa (CRA) a Metz (est).

Dopo il suo rilascio, è stato posto agli arresti domiciliari in un albergo dell’Yonne, dove non era mai stato. Non avendo adempiuto al suo obbligo di denuncia, è stato inserito nel fascicolo delle persone ricercate il giorno prima dell’omicidio, il 19 settembre.

Aveva l’obbligo di lasciare il territorio (OQTF), cosa che ha suscitato forti reazioni, soprattutto da parte dell’estrema destra. Anche il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ci ha esortato a “evolvere il nostro arsenale giuridico”.

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