Per i dipendenti delle emittenti pubbliche la tregua è stata di breve durata. Mentre il 20 novembre i deputati hanno votato per riformare il finanziamento dell'emittenza pubblica, evitando così a France Télévisions, Radio France, France Médias Monde, INA e Arte lo scenario di bilancio, il progetto di riforma della governance è stato rilanciato il giorno successivo. In primavera, la ministra della Cultura Rachida Dati ha dovuto rinunciare, a causa dello scioglimento, al suo desiderio di riunire le diverse entità in una holding destinata a fonderle immediatamente.
La fusione non è più rilevante: il testo “relativo alla radiodiffusione pubblica e alla sovranità audiovisiva” votato dai senatori il 13 giugno, che l'Assemblea nazionale sarà chiamata ad esaminare il 17 e 18 dicembre, riguarda soltanto la creazione di una holding, denominata France Médias. Questo vedrebbe la luce il 1È Gennaio 2026.
Fervente sostenitrice del riavvicinamento tra le emittenti pubbliche, Delphine Ernotte, presidente di France Télévisions, vedrebbe prorogato fino alla fine del 2025 il suo mandato, che dovrebbe concludersi nell'agosto del prossimo anno.
“Andrà tutto come previsto?
“Con una legge approvata in via definitiva alla fine della prima metà dell’anno, si darebbe tempo all’Autorità di regolazione dell’audiovisivo e del digitale [Arcom] avviare una procedura di nomina alla presidenza della holding”decifra un attore nel file. E, se necessario, a MMe Ernotte a presentare la sua candidatura. Il capitolo due del testo senatoriale, che trattava argomenti diversi dalla radiodiffusione pubblica, poteva essere tralasciato inizialmente, per evitare di prolungare i dibattiti.
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“Ma andrà tutto come previsto? “, S'si chiede un interlocutore di una di queste società, ricordando le minacce che gravano sul governo Barnier. Anche se fosse ancora in vigore a metà dicembre, “L’approvazione di questa legge con il sostegno del Raggruppamento Nazionale, che non vuole rafforzare la radiodiffusione pubblica ma privatizzarla, solleva interrogativi”aggiunge.
“Una forma di implacabilità”
Secondo diverse fonti, il primo ministro Michel Barnier vorrebbe che France Médias Monde (France 24, RFI, Monte Carlo Doualiya) faccia parte delle future filiali di France Médias. A giugno però è stato varato un emendamento che escludeva quello che viene anche chiamato “audiovisivo all'aperto” del diagramma; potrebbe riapparire l'11 dicembre, durante l'esame del testo in commissione Affari culturali. I contratti su obiettivi e mezzi (COM), che stabiliscono le priorità per le diverse aziende e le risorse loro assegnate, verrebbero sostituiti da “accordi strategici pluriennali”.
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