La coalizione di sinistra francese è vicina al punto di rottura

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Socialist deputies François Hollande (Corrèze), Ayda Hadizadeh (Val-d’Oise), at the National Assembly, Paris, November 26, 2024. BERTRAND GUAY/AFP

Battezzata all’indomani dello scioglimento dell’Assemblea nazionale, il 9 giugno, la neonata coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire (NFP) sta lottando per nascondere le crescenti divisioni al suo interno. Nelle ultime settimane, i socialisti e la sinistra radicale La Insoumise (LFI) hanno creato molteplici occasioni per scontrarsi a vicenda, il tutto sotto lo sguardo impotente dei Verdi. Mentre la caduta del governo del primo ministro Michel Barnier diventa sempre più plausibile, le posizioni dei partiti su ciò che verrà dopo appaiono sempre più inconciliabili.

Se Barnier si avvale dell’articolo 49.3 della Costituzione, che consente l’approvazione di un disegno di legge senza votazione, il PFN voterà collettivamente – compreso l’ex presidente francese e attuale deputato socialista François Hollande – per una mozione di sfiducia, che potrebbe, con i voti del Rassemblement National, di estrema destra, ottengono la maggioranza nell’Assemblée Nationale.

Per i socialisti non si tratta di tornare allo scenario estivo e spingere Emmanuel Macron a nominare Lucie Castets, la scelta del PFN come primo ministro, a capo del governo. Domenica 24 novembre, a France Inter, Boris Vallaud, presidente del gruppo socialista all'Assemblea nazionale, ha messo i bastoni tra le ruote volendo “sollevare la questione della non censura”. Questo è stato un modo per raggiungere i sostenitori parlamentari di Macron, mentre la sinistra resta a un centinaio di voti dalla maggioranza nell’Assemblea.

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“I socialisti stanno organizzando una nuova 'base comune' con altri al posto del Nouveau Front Populaire. Vallaud, [head of the Socialists Olivier] Faure [and Socialist mayor Karim] Bouamrane si rivolge a loro”, ha dichiarato indignato il leader della LFI Jean-Luc Mélenchon su X. “Vallaud propone di partire non dal PFN, ma dal fronte repubblicano. Ma il fronte repubblicano non è un programma politico. Noi non ne faremo parte!”, ha detto il deputato della LFI Aurélien Taché, che ha riconosciuto che la fiaccola è accesa tra la LFI e i socialisti. “Parliamo meno, molto meno” che ai tempi della Nouvelle Union Populaire Ecologique et Sociale ( NUPES, precursore del PFN tra il 2022 e il 2024).

“Provocazione inutile”

Pur promuovendo, senza crederci, Castets come prossimo primo ministro, LFI sembra più interessata a spingere per “elezioni presidenziali anticipate”. “Barnier cadrà, ad una crisi ne seguirà un'altra, cos'altro c'è per sbloccare la situazione?” chiese Taché. Questo atteggiamento irrita i socialisti, desiderosi di governare. Il deputato socialista Emmanuel Grégoire ha accusato i suoi partner di “rifiutare il potere e le responsabilità che ne derivano”. Ha aggiunto che “stanno venendo meno al loro dovere nei confronti dell'elettorato”.

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