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La Francia è la cattiva studentessa dell’Europa

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Anche se martedì la Commissione europea ha accolto favorevolmente la volontà francese di risanare i propri conti, il debito francese ha raggiunto i 3.228 miliardi di euro. Oggi la Francia prende prestiti a costi più elevati rispetto a Spagna, Grecia, Portogallo o persino Italia.

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Pubblicato il 27/11/2024 08:59

Aggiornato il 27/11/2024 09:01

Tempo di lettura: 3 minuti

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Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, a Parigi, il 10 ottobre 2024. (BRUNO LEVESQUE/MAXPPP)

Michel Barnier ci ha ricordato martedì 26 novembre al telegiornale delle 20 su TF1 che il nostro debito ha raggiunto i 3.228 miliardi di euro. Per finanziarsi sui mercati, la Francia si indebita a tassi di interesse sempre più alti, molto più alti di quelli della Germania. Il divario tra i due paesi non è mai stato così elevato dal 2012, durante la crisi dell’eurozona. Per un prestito di 10 anni, i tassi di interesse francesi sono del 3,05%, rispetto al 2,21% dei nostri vicini tedeschi.

Come ha sottolineato Michel Barnier, questa differenza, chiamata “spread”, è un segnale di allarme. Riflette la fiducia – o meglio la sfiducia – che gli investitori, in particolare cinesi e americani, nutrono nella nostra economia. Nonostante la recessione e i suoi sconvolgimenti politici, la Germania continua ad essere percepita come un rifugio sicuro; oggi la Francia si indebita a costi più elevati rispetto a Spagna, Grecia, Portogallo e persino Italia.

Per i mercati, l'economia francese appare fragile. Fino allo scioglimento dell'Assemblea nazionale, ci hanno prestato senza troppi rischi. Il paese era visto come spendaccione ma politicamente stabile, capace di attuare riforme e ripagare i propri prestiti. Oggi la situazione è cambiata. Il timore di vedere il bilancio respinto e il governo in prestito preoccupa gli investitori. Risultato: quando ora prestano alla Francia, chiedono premi di rischio elevati.

Tuttavia, Bruxelles sostiene ufficialmente la nostra traiettoria di bilancio. La Commissione europea si è espressa martedì sui bilanci degli Stati membri, accogliendo con favore la volontà francese di risanare i propri conti. Ma quanto valgono questi incoraggiamenti quando il nostro deficit pubblico raggiunge il 6,2% del Pil? La Francia registra la performance peggiore tra i 27 Stati membri, ad eccezione della Romania. La Francia resta soggetta ad una procedura per disavanzo eccessivo con la Commissione Europea.

Oggi la Francia è la cattiva studentessa dell’Europa. Michel Barnier non drammatizza la situazione, perché il peggioramento potrebbe peggiorare. Venerdì prossimo l'agenzia di rating Standard & Poor's emetterà il suo verdetto. Nel contesto attuale, ciò potrebbe conferire al nostro debito una prospettiva negativa, che farebbe aumentare ulteriormente i tassi di interesse. Con un debito superiore al 110% del Pil, il peso degli interessi potrebbe rapidamente diventare la nostra principale voce di spesa, superando l’istruzione o la difesa. Una Francia sovraindebitata rischia quindi di perdere la sovranità.


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