Pubblicato il 21 novembre 2024 alle 12:14 / Modificato il 21 novembre 2024 alle 12:17.
Per la seconda volta, il famoso uomo d’affari franco-israeliano Beny Steinmetz, condannato in appello per aver corrotto i leader guineani, non è riuscito a far implodere la procedura di Ginevra. In una seconda richiesta di riesame, la difesa ha infatti avanzato nuovi elementi che avrebbero dovuto dimostrare le cosiddette turpitudini dell’ex pubblico ministero Claudio Mascotto che aveva condotto l’intera indagine. La sentenza del tribunale cantonale, datata 15 novembre, respinge ogni argomentazione, afferma che non c’è nulla di solido e di nuovo sotto il sole, dichiara la richiesta inammissibile e addirittura abusiva. Le spese di questo tentativo, fissate in 15.000 franchi, furono addebitate al magnate minerario. La controversia può ancora arrivare alla Corte Federale, che è anche già investita di un ricorso contro le 365 pagine della sentenza resa il 28 marzo 2023.
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