Un'ambientazione realistica per uno scenario catastrofico
Fin dalle prime ore del mattino sono iniziati i preparativi sul sito di Canonica, scelto per lo status di zona SEVESO, dove il minimo errore potrebbe avere gravi conseguenze in una vera situazione di emergenza. Un disastro aereo simulato, vittime artificiali inventate per rappresentare ustioni e traumi, fumo denso che fuoriesce dal sito: tutto è stato fatto per immergere le squadre in una realtà inquietante. “Quando siamo in una situazione di crisi, non abbiamo il diritto di commettere errori”ha dichiarato Michel Prosic, osservando attentamente le operazioni. “Se vogliamo agire in modo efficace, ogni servizio deve sapere esattamente cosa deve fare. »
Coordina gli sforzi di 450 persone in un caso reale
Anche se durante l'esercitazione erano fisicamente presenti una sessantina di persone, Michel Prosic ha ricordato che in caso di vera crisi, potrebbero essere mobilitate quasi 450 persone: gendarmi, vigili del fuoco, agenti della sicurezza civile e squadre mediche. Ad esempio, in Alta Corsica potrebbero essere mobilitati 180 soldati della gendarmeria e, per quanto riguarda i vigili del fuoco, potrebbero essere schierati 138 uomini.
Sul posto, il tenente colonnello Jean-Noël Rigaud, capo del gruppo territoriale SIS 2B, ha supervisionato le operazioni dei vigili del fuoco. Tra i veicoli di intervento e le attrezzature sofisticate, ha dettagliato le risorse mobilitate: “Qui abbiamo un posto di comando avanzato, attrezzature per l’estricazione, sistemi di pompaggio e strumenti per delimitare le aree a rischio. La nostra priorità è sempre quella di proteggere le vittime e limitare l’impatto ambientale. »
A pochi chilometri di distanza, a Bastia, era stata allestita una fittizia unità di crisi nei locali della Direzione territoriale dipartimentale (DTT). Una quindicina di funzionari hanno simulato la gestione delle chiamate e l'organizzazione dell'accoglienza delle vittime, in particolare all'aeroporto di Bastia-Poretta, punto centrale del sistema.
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