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Come in fattoria: trasformazione di un complesso agricolo a Collex-Bossy

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Come altrove nel Canton Ginevra, il rapido sviluppo di singoli quartieri residenziali e di piccoli edifici fa temere ai comuni lo status di villaggio dormitorio. Acquisendo parzialmente l’ex fattoria Gindre Constantin nel 2012, il comune di Collex-Bossy ha voluto dare nuova vita a un edificio storico ed emblematico del tessuto agricolo locale, offrendo al contempo servizi locali e un’attività economica attrattiva. Ma come occupare tali spazi? Le superfici sono ampie e gli edifici sono eterogenei e fatiscenti. Nel 2016, dopo diversi anni di attesa, è stato delineato un programma in partnership con l’attuale gestore e con il supporto di un assistente al project management. Si arricchisce di un sondaggio tra i residenti e di studi di mercato per arrivare gradualmente a questa formula sorprendente: coworking, convivenzaarea giochi, bar, negozio di alimentari, taverna, carnotzet e rosticceria. Un terzo luogo commerciale che si inserisce in una certa visione di sviluppo, dove l’economia dei servizi sostituisce l’attività agricola.

La gestione del luogo è assicurata da Voisins, una società ginevrina che gestisce già cinque siti coworking a Ginevra e lo colloca quindi in una rete cantonale. Qui si è circondata di partner locali per offrire uno spazio di vita aperto al villaggio. Non si tratta solo di soddisfare le aspirazioni neo-rurali dei lavoratori nomadi o la richiesta di aule per seminari per le aziende che vorrebbero diventare verdi. Il progetto intende valorizzare il patrimonio locale e si basa su reali ambizioni sociali: le sale riunioni sono occupate anche dal comune per le sue associazioni; il negozio di alimentari vende prodotti delle aziende agricole vicine e la rosticceria è stata scelta appositamente per non fare concorrenza all’osteria del paese. I luoghi di ristorazione sono aperti tutto il giorno, offrono eventi occasionali e ospitano eventi festivi. Con gli uffici chiusi e la condivisione dei servizi, le piccole imprese possono affermarsi in modo sostenibile negli spazi di lavoro. Il complesso offre anche un programma innovativo e attraente: una sala giochi interna su misura, adatta ai bambini ma anche per incontri di lavoro creativi.

Convivenza degli spazi

Le diverse attività sono distribuite attorno ad uno spazio unificante: il bar-alimentari e l’hotel per soggiorni medi (colivere) che occupano la vecchia abitazione nell’ala sud-ovest; la sala giochi è collocata in un volume a nord-ovest; a est, il coworking è distribuito in un’estensione di 19e secolo, parzialmente ricostruito nella sua estremità meridionale. Al centro di questo dispositivo, il volume del vecchio fienile si dispiega a tutta altezza. Al suo interno è presente una sala ristorante sulla quale si affacciano corridoi e pianerottoli che servono l’intero locale. Il percorso conduce ad una scenografica sala conferenze, interamente vetrata e incassata nel telaio. L’adeguatezza tra la distribuzione dei programmi, le tipologie esistenti e l’identità architettonica degli spazi promuove la coabitazione e supporta la narrazione dell’operazione.

L’azienda agricola stessa è il risultato di una successione di interventi. Dal 18e secolo, venne ampliato e trasformato a seconda delle esigenze. Di questo patchwork gli architetti hanno preservato il più possibile, in particolare il volume complessivo e l’aggrovigliamento dei tetti. La serie di aperture esistenti viene occasionalmente integrata in corrispondenza della terrazza del caffè e sulla lunga facciata est, precedentemente cieca. Altri elementi conservati testimoniano l’attività passata come il sistema di mangiatoie e abbeveratoi al centro della grande sala o la struttura del carro del grano a sud, ultimo intervento agricolo sul sito che oggi segna l’ingresso al complesso sul la corte. In questa posizione, la facciata del coworking evoca l’architettura rurale anche se è stata completamente ridisegnata, come quella della sala giochi sul retro. Questa deviazione dalla regola del “fare i conti con ciò che già c’è” è giustificata dallo stato molto modificato e di scarsa qualità di questi spazi prima dell’opera. La trasformazione parziale ed una tantum ha consentito inoltre di riutilizzare elementi strutturali per rinforzare e completare la struttura della grande sala. Quest’ultimo, sostituito nella parte inferiore, mette in risalto il vecchio legno sotto il tetto ristrutturato.

Lega tutto insieme

All’eterogeneità dei programmi e delle tipologie si aggiunge quella dei metodi e dei materiali costruttivi. L’edificio originale è in mattoni crudi; gli ampliamenti mescolano terra cruda, muratura e legno. Nel calcolo energetico si è tenuto conto, in via eccezionale, del potere isolante della terra battuta dopo aver consultato le autorità cantonali. Altrove, per ottenere le prestazioni desiderate dell’involucro, all’interno è stato implementato un telo isolante in calce-canapa. Questa tecnica si adatta a diverse tipologie di muratura preservandone le qualità di inerzia termica, traspirazione e regolazione igrometrica. Per unificare il tutto, gli architetti hanno scelto di applicare ovunque un intonaco di calce. Il colore si abbina ai toni della terra delle pareti, con una granulometria che varia tra interno ed esterno. Quest’opera di omogeneizzazione si ritrova sulla copertura dove, nonostante orientamenti, forme e materiali di copertura diversi, i tetti ristrutturati condividono un linguaggio comune. Il sovradimensionamento della controserratura permette di integrare l’isolante nel suo spessore e di rendere visibili i travetti all’interno. All’esterno, non sono loro a prolungarsi sotto la grondaia, bensì le controdoghe, creando un’illusione di continuità, sottolineata dal disegno del listello che richiama il rivestimento interno.

Puntuale, l’intervento scandisce il suo tempo, in continuità con i precedenti, come a completarli. È il caso delle nuove aperture, la cui finitura del ripiano e la forma del ritorno dell’acqua interpretano le finestre esistenti secondo linee pulite e spigolose. O anche quello delle soglie in pietra calcarea del Giura, che mettono in dialogo le nuove facciate in legno con le murature di quelle antiche. In questo scambio tra vecchio e nuovo, l’aggiornamento dei nuovi incarichi è quasi silenzioso. Raggruppati nelle soffitte e in un capannone costruito all’estremità del terreno, gli impianti tecnici sono ottimizzati e la loro distribuzione completamente integrata. L’intervento del workshop di marzo è visibile ma resta sottile. Crea un quadro omogeneo per accogliere attività diverse e connettere epoche ma anche progetti. Perché il programma dei luoghi è vivace e basato su incontri e sinergie. Così, nella sala giochi allestita sul retro, scopriamo un progetto nel progetto. Un universo immaginato dagli architetti Faz, in collaborazione con Scott Deely, che si basa sulla verticalità dello spazio. Sotto la struttura provengono nove botti direttamente dalla foresta locale, che trasportano piattaforme collegate da reti. I percorsi non orientati aprono la creatività degli utenti di tutte le età che si lanciano all’avventura. La flessibilità d’uso riecheggia la progettazione collaborativa ed empirica di questo layout, esso stesso in risonanza con la dinamica complessiva del progetto di trasformazione dell’azienda agricola.

Dalla progettazione del programma al funzionamento dei locali, compresa l’implementazione, questo progetto si basa sulla collaborazione. Quella degli attori del progetto e dei suoi fruitori ma anche quella intrinseca dei materiali e della loro realizzazione, nel tempo. Più che un edificio, la fattoria rivive qui come un dispositivo, uno strumento adattato alle esigenze del suo tempo e della comunità che serve.

Héloïse Gailing è architetto associato presso lo studio Gailing Rickling di Losanna e scrittrice freelance.

Ferme Gindre-Constantin, Collex-Bossy (GE)

Proprietario del progetto: Comune di Collex-Bossy

AMO: Cedric Zurn

Architettura: atelier marzo

Ingegneria civile e sicurezza antincendio: Ingegneri B+S

Fisica delle costruzionit: Sorane

CVSE: Chuard Ingénieurs, Fluides Concept e Betelec

Acustico: BATJ

Specialista in murature antiche: Roger Simone

Architettura della sala giochi: Architetti Faz

Procedura: Gara d’appalto (pianificazione generale)

Realizzazione: 2017-2024

Costo esclusa imposta CFC 1-4: 10,75 milioni di franchi

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