Secondo Chmygal il «malinteso» tra Berna e Kiev è stato risolto

(Keystone-ATS) La disputa tra Berna e Kiev sul piano di pace russo-cinese per l’Ucraina è stata risolta, assicura il primo ministro ucraino. Non c’è dubbio che “la Svizzera sostiene il cammino verso la pace sulla base della Carta dell’ONU e del diritto internazionale”.

Un rappresentante della Svizzera ha partecipato in qualità di osservatore ad un incontro organizzato da Brasile e Cina a margine dell’Assemblea generale dell’ONU, precisa Denys Chmygal in un’intervista trasmessa lunedì dalla Neue Zürcher Zeitung. Il rappresentante non ha approvato il piano negoziale, aggiunge. “Abbiamo chiarito questa questione. È stato un malinteso”.

Tutti sono convinti che per un futuro vertice di pace sia necessario trovare un compromesso con Brasile, Cina e India, rileva Chmygal. Vuole inoltre esprimere la gratitudine dell’Ucraina alla Svizzera per aver organizzato il primo vertice a Bürgenstock (NW) e per aver sostenuto il “piano della vittoria” del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.

Tregua e soluzione politica

Il primo ministro ucraino ne ha parlato giovedì scorso con la presidente della Confederazione Viola Amherd e il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis nel corso della conferenza sullo sminamento in Ucraina svoltasi a Losanna.

A fine settembre Kiev ha espresso il suo scontento per il sostegno della Svizzera al piano di pace presentato da Cina e Brasile per porre fine alla guerra russo-ucraina.

“Sosteniamo l’iniziativa della Cina e del Brasile perché richiede un cessate il fuoco e una soluzione politica del conflitto”, ha dichiarato Nicolas Bideau, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

“Tutte le iniziative che non contengono un chiaro riferimento alla Carta delle Nazioni Unite e che non garantiscono il completo ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina sono inaccettabili”, ha risposto in un comunicato stampa il Ministero degli Affari Esteri ucraino. L’Ucraina ha anche affermato di essere irritata dal fatto che la gente ne parli senza includerla in questo dialogo.