La crisi del Covid ha scatenato ovunque accesi dibattiti sull’importanza della scienza nella società, in particolare per quanto riguarda il suo ruolo nelle decisioni politiche. Uno studio internazionale condotto da ricercatori dell’Università di Zurigo e dell’ETH di Zurigo è giunto alla conclusione che non esiste alcuna “crisi di fiducia” tra la popolazione e il mondo scientifico.
Quasi 72.000 persone provenienti da 68 paesi hanno preso parte a un sondaggio rappresentativo. In generale, la maggioranza degli intervistati si fida degli scienziati. Li considerano per il 78% qualificati, per il 57% onesti e per il 56% preoccupati per il benessere della società. Ma in termini di credito concesso alla scienza, la Svizzera è al di sotto della media e si piazza al 47° posto.
La fiducia degli svizzeri è inferiore a quella di “molti Paesi africani e del Nord Europa, ma comunque superiore a quella della Russia e di alcune ex repubbliche sovietiche”, scrivono gli autori del sondaggio. Un’altra osservazione: in molti paesi, tra cui la Svizzera, le persone politicamente conservatrici o di destra si fidano meno dei ricercatori.
A livello internazionale la maggioranza della popolazione si dice favorevole ad un ruolo attivo della scienza nella politica e nella società. A livello mondiale, l’83% degli intervistati desidera che i ricercatori comunichino con il grande pubblico. Solo il 23% non approva il loro sostegno attivo a determinate misure politiche. In Svizzera il 55% degli intervistati ritiene che i ricercatori dovrebbero essere maggiormente coinvolti nelle decisioni politiche, mentre il 20% non è d’accordo con questa affermazione.