La difesa ha chiesto una pena comunitaria per l’uomo sulla quarantina ritenuto colpevole di aver toccato e aggredito sessualmente un minore di 16 anni. Venerdì mattina finalmente è entrato liberamente in tribunale, poi è stato ammanettato più tardi.
L’individuo ha presentato una richiesta di appello contro il verdetto di colpevolezza pendente.
L’uomo è stato giudicato colpevole di fatti commessi nel 2018, contro un’adolescente che allora aveva 11 e 12 anni. L’identità dell’imputato è protetta per salvaguardare quella della vittima.
Nel seminterrato
La vittima ha detto di aver abusato di lei tre volte mentre la metteva a letto nel seminterrato della casa. È stato ritenuto colpevole di averla accarezzata, sopra e sotto i vestiti, oltre a averla colpita con i fianchi nella parte bassa della schiena durante il terzo reato.
Il giudice Pierre-L. Rousseau non ha mancato di sottolineare ripetutamente quella che definisce l’assenza di responsabilità da parte dell’imputato. Ha anche citato estratti della dichiarazione resa agli agenti di polizia, inclusa una citazione in cui l’imputato ha dichiarato di aver esagerato.
“Lei è la mia piccola drammaturga.”
— Dichiarazione dell’imputato alla polizia, secondo il giudice
Il giudice ha anche ricordato la sua mancanza di rimorso.
“L’imputato non ha nemmeno cominciato a riflettere sul suo comportamento”, ha detto il giudice Rousseau.
La vittima, dal canto suo, ha subito conseguenze non indifferenti, come emicrania, ansia, disagio al contatto fisico. Ha dovuto saltare la scuola e consultare uno psicologo.
“Ricordiamolo, lei lo considerava come se fosse il suo vero padre.”
— Il giudice Pierre-L. Rousseau
I gesti hanno avuto un grande impatto anche sulla madre dell’adolescente.
“Lei stessa si sente in colpa per non aver potuto proteggere la figlia dalle azioni dell’imputato”, ha ricordato il giudice.
Gravità
Il giudice ha ricordato che tutte le forme di violenza sessuale contro i bambini sono reati gravi e che non esiste “nessuna gerarchia degli atti sessuali”, secondo la Corte Suprema.
Ha sottolineato che la legge è sempre più severa nei casi di contatto fisico e di aggressione contro i bambini. La pena minima per violenza sessuale è ora di dodici mesi e la pena massima è di 14 anni.
Dopo la scarcerazione, l’imputato deve sottoporsi a 24 mesi di libertà vigilata, essere iscritto nel registro dei reati sessuali e non trovarsi in presenza di un minore a meno che non sia presente anche un adulto a conoscenza di questa sentenza.