Le autorità di Tijuana, famosa città messicana al confine con gli Stati Uniti, hanno dichiarato lo stato di emergenza per anticipare la possibile espulsione di massa dei migranti privi di documenti dopo l’insediamento di Donald Trump lunedì prossimo.
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14 gennaio 2025 – 23:59
(Keystone-ATS) Il provvedimento è stato approvato lunedì sera all’unanimità dai membri del “cabildo” (consiglio municipale) della città dove risiedono molti messicani o stranieri che sperano di oltrepassare la frontiera.
La misura prevede fondi per far fronte ad una “situazione atipica” se il nuovo presidente americano mettesse in atto molto rapidamente la minaccia di espulsione di massa degli stranieri privi di documenti, compresi i messicani.
Trump ha promesso di dichiarare lo stato di emergenza negli Stati Uniti e di mobilitare l’esercito per deportare gli stranieri non appena tornerà al potere lunedì prossimo.
Il piano prevede l’affitto di spazi per allestire centri di accoglienza, servizi legali, accesso a internet, secondo il verbale della riunione del cabildo.
Le autorità locali intendono “garantire” ai “fratelli migranti” un “trattamento dignitoso”, ha dichiarato durante la seduta il sindaco di Tijuana, Ismael Burgueño.
Tijuana, due milioni di abitanti, dispone già di numerosi centri di accoglienza e rifugi per migranti provenienti da tutta l’America Latina e talvolta dall’Asia o dall’Africa.
Insieme a Ciudad Juarez, Tijuana è la principale destinazione dei migranti che vogliono entrare negli Stati Uniti, sia presentando domanda di asilo sia attraversando illegalmente la frontiera. Il valico di frontiera di San Ysidro è considerato il valico di frontiera più trafficato del mondo.
Il mese scorso il governo messicano ha annunciato un piano per far fronte alle espulsioni promesse da Trump, che danno priorità ai messicani.
Città del Messico ha annunciato un “pulsante di avviso” per i suoi cittadini che stanno per essere arrestati negli Stati Uniti, affinché possano avvisare il consolato più vicino.