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se non fosse stato eletto presidente, Donald Trump sarebbe stato condannato

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“Conclusioni fuorvianti” da “pazzo” per Donald Trump

Il ministro ha reso pubblico nella notte tra lunedì e martedì, come aveva annunciato, il primo volume di questo rapporto. Questo volume si concentra sui presunti tentativi illegali dell’allora presidente repubblicano in carica Donald Trump di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 vinte dal suo avversario democratico Joe Biden.

Donald Trump, che ha fatto di Jack Smith il bersaglio principale dei suoi attacchi ad hominem, lo ha attaccato nuovamente martedì sul suo Truth Social network, definendolo per l’ennesima volta un “pazzo” dopo la pubblicazione delle sue “conclusioni bugiarde”.

Il procuratore speciale ha raccomandato e ottenuto a fine novembre la sospensione dei due procedimenti federali contro l’ex presidente e ora presidente eletto Donald Trump. Dopo le consultazioni, il Dipartimento di Giustizia ha concluso che la sua politica dopo lo scandalo Watergate nel 1973, consistente nel non perseguire un presidente in carica, “si applica a questa situazione senza precedenti”, ha spiegato Jack Smith. “I risultati delle elezioni hanno sollevato per la prima volta la questione della procedura giuridica nel caso in cui un privato cittadino già incriminato venga eletto presidente”, ha affermato nel suo rapporto finale. Queste conclusioni del Dipartimento di Giustizia “non dipendono dalla gravità dei crimini presi di mira, dalla forza delle argomentazioni dell’accusa o dal merito dell’accusa”, cosa che il procuratore speciale sostiene pienamente, ricorda.

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Al contrario, Jack Smith si dice convinto che “senza l’elezione di Trump e il suo imminente ritorno alla presidenza, le prove ammissibili sarebbero state sufficienti per ottenere una condanna al processo”.

Donald Trump è stato in particolare accusato di “cospirazione contro le istituzioni americane” e di “minato il diritto di voto” degli elettori per aver esercitato pressioni sulle autorità locali di sette stati chiave che aveva perso di poco per invalidare i risultati ufficiali.

Gli assistenti personali di Donald Trump ancora davanti alla giustizia

Nell’altro caso federale, relativo alla conservazione di documenti riservati nella sua residenza in Florida (sud-est), il Dipartimento di Giustizia ha comunicato che non pubblicherà le conclusioni del procuratore speciale. E questo, per non “danneggiare” i suoi due coimputati, i suoi due assistenti personali, che in questo caso restano perseguiti.

Dei quattro procedimenti penali contro Donald Trump, solo uno si è svolto a New York, dove è stato giudicato colpevole il 30 maggio di pagamenti occulti all’attrice porno Stormy Daniels per “pervertire le elezioni del 2016”.

Un famigerato prima per un ex presidente americano e ora per un presidente eletto. Dopo molteplici rinvii, la sentenza è stata pronunciata il 10 gennaio, dieci giorni prima del suo ritorno alla Casa Bianca. Ma come aveva annunciato, il giudice Juan Merchan ha pronunciato una “dispensazione di pena” per non intaccare le sue future funzioni.

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Anche Donald Trump resta perseguito nello stato chiave della Georgia (sud-est) con altre 14 persone con accuse simili a quelle del suo caso di interferenza elettorale federale nel 2020. Ma la corte d’appello statale ha ordinato a dicembre il ritiro del pubblico ministero a causa di una relazione intima con un investigatore che aveva assunto in questo caso, il che dovrebbe portare a ulteriori ritardi. Per non parlare del fatto che il Presidente degli Stati Uniti è in linea di principio immune da procedimenti giudiziari durante il suo mandato.

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