IL sovranità del Marocco sul suo Sahara poggia su solide basi giuridiche, rafforzate dal crescente sostegno della comunità internazionale. È questa una delle principali conclusioni del nuovo libro dell’esperto di diritto internazionale giapponese Shoji Matsumoto. Intitolato “Conflitto del Sahara: rivedere il dibattito giuridico da una prospettiva integrata», il libro è stato presentato dal suo autore venerdì scorso presso la sede dell’ Centro Politico Per Il Nuovo Sud (PCNS) a Rabat, alla presenza di a pubblico di accademici, diplomatici e ricercatori specializzato in Domanda sahariana e diritto internazionale.
Analisi giuridica rigorosa
Composto da dodici capitoli, il libro rivisita il fondamenti giuridici della disputa sul Sahara marocchino, concentrandosi sulle norme imperative del diritto internazionale (jus cogens) nonché sulle implicazioni politiche e giuridiche di tale questione. Costituisce un invito rivolto a decisori, accademici ed esperti di diritto internazionale ad arricchire i dibattiti sul ruolo centrale del diritto internazionale nella risoluzione dei conflitti.
Per quanto riguarda il Proposta di autonomia del Marocco, Shoji MatsumotoSenior Fellow presso PCNS, evidenzia il suo dimensione pragmatica e il suo allineamento agli standard internazionali, in particolare ai principi legati allo jus cogens (caratteristica di una norma riconosciuta da tutti gli Stati e alla quale non è possibile alcuna deroga). L’ex professore di diritto internazionale presso presso l’Università Gakuin di SapporoAnche ricercatore in visita presso SOAS, Università di Londraha sottolineato l’importanza di questo piano di autonomia, presentato dal Marocco nel 2007 come l’unica soluzione realistica e credibile. Ha elogiato questa iniziativa per il suo approccio inclusivo, che garantisce il rispetto dei diritti umani in conformità con i principi fondamentali del diritto internazionale.
Un ricco dibattito e una storia a favore della causa nazionale
Un esperto in materia, l’ex Ministro della Salute ed ex Presidente della Camera dei Consulenti, Mohamed Cheikh Biadillahha voluto ricordare alcuni fatti storici necessari per comprendere il conflitto artificiale attorno al Sahara marocchino. Riferendosi in particolare alla “letteratura” portoghese, Biadillah ha ricordato che le navi iberiche chiedevano l’autorizzazione ai sultani del Marocco per poter attraccare nei porti della regione e anche più a sud.
Moderando questo dibattito insieme all’ex ambasciatore del Regno presso le Nazioni Unite, Mohammed Loulichki, ex ministro e diplomatico e attuale Senior Fellow presso PCNS, Nouzha Chekrouniera interessato anche all’aspetto storico. Ricordando che fu il Regno a includere, nel 1962, la questione del Sahara nel comitato di decolonizzazione per recuperare il suo territorio colonizzato dalla Spagna, Chekrouni ha affermato che l’uso del termine decolonizzazione “è completamente parziale oggi”.
Sempre sull’aspetto storico, Mr. Matsumoto dedica un intero capitolo al parere consultivo del Corte internazionale di giustizia (ICJ) sul Sahara. Emessa nel 1975, questa opinione è stata caratterizzata dall’aggiunta di questioni come la sovranità territoriale, che hanno esacerbato le tensioni anziché risolverle. Per diversi oratori la Corte, in prima battuta la storia del diritto internazionalenon ha semplicemente risposto alla domanda posta. “Queste aggiunte, ritenute non essenziali, hanno indebolito la neutralità della Corte internazionale di giustizia e illustrano i rischi di una giurisdizione internazionale influenzata dalle agende politiche”, ricorda anche Matsumoto.
Lacune giuridiche
L’autore paragona la situazione della pseudo-“SADR” a quella del Manchukuo, uno stato fantoccio che Giappone fondata in Manciuria, nel nord-est della Cina. Così mette in guardia dal riconoscimento prematuro di entità non sovrane, atto che, secondo Matsumoto, viola i principi del diritto internazionale. Un punto che il sig. Loulichki che non ha esitato ad avviare diverse vie di riflessione, soprattutto in relazione allo statuto del Polisario al suo interno l’Unione Africana (UA). “Qual è il suo status rispetto al principio di autodeterminazione e di riconoscimento come Stato? L’Unione Africana non dovrebbe chiarire questa situazione? Se riconoscesse il Polisario come Stato, non sarebbe più necessario seguirlo Processo delle Nazioni Unite. Altrimenti, il processo delle Nazioni Unite dovrebbe includere una chiara partecipazione del Polisario nel quadro della l’Unione Africana. Questa è una delle questioni chiave a questo livello”, osserva l’ex ambasciatore.
Questioni semantiche cruciali
Anche l’aspetto semantico è importante in questa materia. Diversi relatori, infatti, hanno evidenziato alcuni “lapsus linguistici» notato nei documenti adottati da alcune organizzazioni ed enti. “All’inizio, la comunità internazionale considerava il Fronte Polisario come uno dei rappresentanti delle popolazioni del Sahara”, hanno osservato, sottolineando che i termini sono stati manipolati nel corso degli anni. Per 40 anni questa dinamica ha portato ad una confusione linguistica e semantica, tanto che il fronte è stato definito “rappresentante unico”.
Affrontando questi diversi aspetti, l’opera di Shoji Matsumoto si afferma come riferimento essenziale per comprendere le molteplici dimensioni del conflitto attorno Sahara marocchino.