“All’estremo”, un nuovo documentario sul fondatore del Fronte Nazionale su 5 – Libération

“All’estremo”, un nuovo documentario sul fondatore del Fronte Nazionale su 5 – Libération
“All’estremo”, un nuovo documentario sul fondatore del Fronte Nazionale su France 5 – Libération
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Cinque giorni dopo la morte di Jean-Marie Le Pen, 5 trasmette questa domenica, 12 gennaio, in prima serata, un nuovo documentario sul fondatore del Fronte Nazionale. Codiretto da Raphaël Tresanini e Jean-Pierre Canet, l’oggetto televisivo in tre parti, intitolato Jean-Marie Le Pen: All’estremoricorda chi era l’uomo morto all’età di 96 anni, in un ritratto fedele del leader di estrema destra che ha influenzato notevolmente la vita politica degli ultimi decenni. Condanne plurime per incitamento all’odio razziale, per omofobia e per aver contestato crimini contro l’umanità, il padre di Marine Le Pen è diventato famoso per i suoi sordidi sputi sulle camere a gas, un “punto di dettaglio” della seconda guerra mondiale, secondo lui. Ha trascorso trentacinque anni al Parlamento europeo senza fare nulla e ha partecipato senza successo a cinque elezioni presidenziali.

Il documentario lo mostra sotto diverse sfaccettature: stratega, tribuno, opportunista, xenofobo, bugiardo, violento, pretenzioso, ma soprattutto come il principale portatore del moderno nazional-populismo in Francia. I co-direttori hanno incontrato Jean-Marie le Pen nell’aprile 2022 e hanno intervistato molti dei suoi parenti, tra cui sua figlia Marine Le Pen e la sua ex moglie Pierrette, ex eurodeputata Marie-Christine Arnautu. Hanno avuto accesso a numerosi archivi inediti del “Vecchio” e del Fronte Nazionale, nelle cantine di Montretout, il maniero sulle alture di Saint-Cloud, ereditato da Hubert Lambert, un ricco produttore di cemento morto nel 1976. Niente è dimenticato: dal passato di milouf e torturatore durante la guerra d’Algeria, al finanziamento della sua campagna del 1988 da parte della setta Moon, ai lingotti d’oro ritrovati a Montretout e si ritiene fosse nascosto in una banca svizzera. Ma anche il suo antisemitismo viscerale, descritto dall’ex sindaco di Nizza Jacques Peyrat: «Il [voyait] Ebrei ovunque, loro [crachait] in bocca.” Dal lancio del FN nel 1972 con nostalgici di Vichy, ammiratori di Pétain, ex membri dell’OAS ed ex collaboratori impenitenti, alla sua adesione a sorpresa al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2002.

Negli anni ’80, il 78% dei francesi si dichiarava ostile a Jean-Marie Le Pen, oggi sua figlia riunisce 9 milioni di elettori alle elezioni presidenziali e il suo partito ha portato 126 deputati all’Assemblea nazionale. La sua ascesa, come quella di sua figlia più tardi, coincide con l’aumento dei crimini razzisti in Francia. Il suo ex braccio destro Lorrain de Saint-Affrique, tuttavia, nota il suo contributo al campo politico francese. “Jean-Marie è un nome con connotazioni estremamente forti, ha detto. Oggi tu dici “François”, nessuno dice “ehi, Mitterrand”. D’altra parte, se chiami un bambino “Jean-Marie”, tutti pensano a qualcosa. “Io voto per Jean-Marie”, tutti capiscono cosa significa”. Un po’ come Adolf.

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