Il portavoce del Quai d’Orsay, Christophe Lemoine, reagisce su franceinfo ai commenti del Ministero degli Affari Esteri algerino dopo il ritorno di un influencer espulso in Algeria dalla Francia.
Pubblicato il 01/11/2025 19:56
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“Da qualche tempo le autorità algerine hanno adottato un atteggiamento piuttosto ostile nei confronti della Francia”secondo il portavoce del Quai d’Orsay, Christophe Lemoine, ospite su franceinfo sabato 11 gennaio. Ha reagito ai commenti del Ministero degli Esteri algerino dopo il ritorno a Parigi di un influencer espulso nel suo Paese dalla Francia. L’Algeria respinge le accuse “arrampicata” et “umiliazione della Francia” et denunciato A “campagna di disinformazione” contro l’Algeria.
“Non c’è disinformazione in tutta questa sequenza”assicura Christophe Lemoine. “Con gli algerini abbiamo un rapporto molto lungo, storico, molto denso, con molti scambi”aggiunge il portavoce del Quai d’Orsay. “Abbiamo molte questioni di partenariato su cui stiamo lavorando e vogliamo basare il rapporto che abbiamo con l’Algeria su una prospettiva futura”.
Lo riconosce però il portavoce del Ministero degli Affari Esteri “con l’Algeria abbiamo raggiunto una soglia estremamente preoccupante”e quello “l’episodio del licenziamento dell’influencer algerino questa settimana è un elemento che ha peggiorato la situazione” tra i due paesi. Una decisione “sbalorditivo”, crede Christophe Lemoine.
Da parte francese, il portavoce del Quai d’Orsay ribadisce che la “postura del dialogo […] esiste ancora a Parigi”, e che questo rapporto tra i due paesi “merita serietà in termini”, “deve essere serio, aperto e franco” e chi “devono normalmente poter funzionare sulla base del dialogo, degli scambi, delle soluzioni trovate insieme”.
Christophe Lemoine preferisce non commentare la durata di questa crisi diplomatica: “Difficile dirlo. Ci sono diversi elementi nelle ultime settimane che mostrano un certo irrigidimento da parte dell’Algeri”. Sulle possibili leve che la Francia ha per rispondere all’Algeria, “si tratta di una riflessione in corso tra il Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri, e in particolare il suo ministro Jean-Noël Barrot, e il Ministero degli Interni”, spiega Christophe Lemoine.