il presidente del Senato, Gérard Larcher, non vuole “né la sospensione né l’abrogazione” della legge

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Questa dichiarazione arriva mentre il Primo Ministro farà martedì la sua dichiarazione di politica generale e potrebbe fare un gesto verso la sinistra su questa riforma.

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Pubblicato il 01/11/2025 20:08

Tempo di lettura: 2 minuti

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Il presidente del Senato, Gérard Larcher, arriva a Matignon per un colloquio con il primo ministro, François Bayrou, il 19 dicembre 2024. (JULIEN DE ROSA/AFP)

“Il messaggio è chiaro.” Il presidente del Senato, Gérard Larcher, non vuole “né sospensione né abrogazione” della riforma delle pensioni, dice in un’intervista a parigino pubblicato sabato 11 gennaio. Questi commenti arrivano mentre il primo ministro François Bayrou farà martedì la sua dichiarazione di politica generale e potrebbe fare un gesto verso la sinistra su questa riforma.

“Martedì il presidente del Consiglio farà la scelta al Senato, non condurrò una procedura di sospensione o abrogazione”continua il senatore Les Républicains. “Se abrogassimo la riforma delle pensioni, il costo sarebbe di 3,4 miliardi di euro nel 2025, e quasi 16 miliardi nel 2032”afferma Gérard Larcher sulla base delle stime dell’assicurazione pensione. Il presidente del gruppo PS al Senato, Patrick Kanner, stima che congelare la riforma per sei mesi costerebbe “Tra 2 e 3 miliardi di euro”che potrebbe essere prelevato dal fondo di riserva delle pensioni.

“Ho fiducia nel presidente del Consiglio. Che sia aperto e che dialoghi con la sinistra, su questo non ho problemi. Semplicemente, sul sovranista e sul bilancio ci sono cose a cui la destra non rinuncia”avverte il presidente del Senato. Gérard Larcher dice di aspettarsi la dichiarazione di politica generale di François Bayrou “una linea, un percorso e degli impegni”.

Sul tema del bilancio il senatore invita a proseguire “ridurre il deficit e la spesa pubblica con azioni concrete, in particolare sugli enti statali e sulla semplificazione”. Cita in particolare l’Agenzia per l’Ambiente e la Gestione dell’Energia (Ademe) e la sua “più di 4 miliardi di budget”. “Chiediamo che non ci siano tasse aggiuntive rispetto a quelle già dibattute al Senato, ovvero la addizionale sulle grandi imprese e la tassazione sui redditi più alti”aggiunge.


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