tratta dal Marocco giudicata a Châteauroux

tratta dal Marocco giudicata a Châteauroux
tratta dal Marocco giudicata a Châteauroux
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Tutto è iniziato con l’arresto di tre individui e il sequestro di 2 kg di cocaina, 10 kg di erba e 5 kg di resina di cannabis. Una quarta persona è stata arrestata a La Chapelle-Saint-Mesmin, nel Loiret. In tribunale quest’uomo si presenta come una “tata”, vale a dire colei che dal gennaio 2024 deposita droga per un traffico presumibilmente diretto dal Marocco, riferisce La Nuova Repubblica. La droga è stata rinvenuta nella Mercedes Classe A, nella zona degli Avionneurs, durante un controllo organizzato dalla gendarmeria e dai vari servizi statali, il 28 novembre 2024. La merce proveniva da questo Castelroussin, situato vicino a Orléans con il suo compagno. “Sono stato minacciato, ho fatto venire qualcuno a casa mia”, ha detto al banco dei testimoni, spiegando che il suo desiderio era quello di lasciare la tratta.

Il più giovane degli imputati ha 19 anni. Anche lui è di Châteauroux e conosce la “nutrice”. I due individui sono già stati vittime di sequestri, sequestri e violenze legate al traffico di droga e sono complici. Al banco dei testimoni, l’imputato (tata) afferma di aver concordato con il 19enne di organizzare un falso furto in modo che la droga e il denaro che aveva immagazzinato per altri venissero rubati. Una versione contraddetta dalle dichiarazioni del più giovane. “Dovevamo andare a prendere dei soldi, per me c’erano circa 3.000 euro e ho offerto a J. 1.000 euro all’andata e la stessa cifra al ritorno”, racconta. Il terzo processato, J., 34 anni, conferma che “avremmo preso dei soldi”.

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Secondo i due imputati, proprio lì avrebbero scoperto la droga e, “per fare in fretta”, avrebbero portato via tutto. Quanto alla donna sotto processo, che ha una relazione con J., dichiara di non sapere nulla. Secondo lui aveva guidato perché aveva la patente. “Non pensavo che si sarebbe arrivati ​​a questo”, spiega, insistendo sul fatto che non ha mai saputo cosa stava trasportando.

Nessuno degli imputati è riuscito a convincere la corte. Tutti e quattro gli imputati sono stati giudicati colpevoli. L’uomo “tata” è stato condannato a trentasei mesi di carcere, dodici dei quali sospesi in libertà vigilata. Gli è inoltre vietato avere contatti con i suoi coimputati, «per ciascuno di loro è inflitta una pena aggiuntiva». Il più giovane è stato condannato a 24 mesi di carcere, dodici dei quali sospesi in libertà vigilata. La donna alla guida dell’auto è stata condannata a 12 mesi di reclusione con sospensione della pena. La sua macchina, il telefono e i campioni sono stati confiscati.

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Sono state sequestrate anche somme in contanti per un totale di 25.430 euro. J., che era in libertà condizionale, è stato condannato a due anni di reclusione, con detenzione continuata.

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