Quando Donald Trump chiama il Canada “51e American State”, non si tratta di una semplice provocazione o di uno scherzo di cattivo gusto. Questo è un insulto deliberato, un attacco diretto alla nostra sovranità.
Insulto
Questo insulto non è rivolto solo a Justin Trudeau, ma a tutti i canadesi, e in particolare al Quebec, per i quali la difesa dell’identità nazionale è sempre stata una priorità. Ancora più preoccupante, i suoi ripetuti commenti riflettono un’intenzione reale: quella di minimizzare l’indipendenza politica del Canada e ridurla a un’estensione geopolitica degli Stati Uniti.
Questi attacchi non sono solo parole vuote. Arrivano in un contesto in cui il Canada è già percepito come vulnerabile. Sul piano economico, la nostra dipendenza dagli Stati Uniti è schiacciante: oltre il 75% delle nostre esportazioni attraversa la frontiera meridionale. Militarmente, facciamo molto affidamento sulla NATO e sulla protezione americana. Trump lo ha capito bene.
Bullo
Il suo approccio, tipico dei bulli, è quello di sfruttare queste debolezze per affermarsi. Ricordiamo che già nel 2018 aveva descritto Trudeau come “molto disonesto e debole” durante il vertice del G7 a Charlevoix. A quel tempo, le tariffe sull’acciaio e sull’alluminio canadesi furono brutalmente imposte dagli Stati Uniti, un crudele promemoria del loro potere sulla nostra economia.
Alcuni sostengono l’indifferenza, consigliando di non dare peso a questi commenti. Ma questa strategia è inefficace. La storia recente ci mostra che l’inazione contro Donald Trump non fa altro che incoraggiare il suo disprezzo. Di fronte a un personaggio del genere, la debolezza non è un’opzione.
È tempo che il Canada risponda con fermezza. Bisogna ricordare a Donald Trump che siamo un Paese sovrano, con una forte identità e istituzioni che meritano rispetto. E questo promemoria deve essere fatto non solo dai nostri leader, ma anche dall’opposizione oltre che da ogni canadese orgoglioso del proprio Paese. Se Trump persiste nei suoi insulti, dobbiamo rispondere non con la violenza, ma con incrollabile fermezza. Ignorare questi attacchi significa accettare l’idea che la nostra sovranità possa essere messa in discussione. E non possiamo tollerarlo.