L’Indonesia non cede di un centimetro. Il paese del sud-est asiatico ha mantenuto il divieto di vendita di iPhone 16 questo mercoledì 8 gennaio, nonostante l’impegno di Apple di investire 1 miliardo di dollari nel paese dopo intense trattative. Per Giakarta il colosso americano non soddisfa ancora le esigenze del mercato interno. L’azienda non rispetta la regolamentazione secondo la quale il 40% dei suoi telefoni deve essere fabbricato con pezzi provenienti dall’Indonesia, ha dichiarato a fine mese il portavoce del Ministero dell’Industria, Febri Hendri Antoni Arif. ‘ottobre. Data in cui Giakarta ha deciso di vietare la commercializzazione degli ultimi smartphone del marchio Apple.
Il ministro degli investimenti Rosan Roeslani ha dichiarato martedì ai media che Apple è pienamente impegnata a investire 1 miliardo di dollari (967 milioni di euro) per costruire una fabbrica AirTag sull’isola di Batam, che dovrebbe fornire il 65% della fornitura mondiale. Senza specificare, però, se fosse stato firmato un accordo. Ma “AirTag è un accessorio, non un componente o parte di gadget”ha insistito mercoledì il Ministro dell’Industria, Agus Gumiwang Kartasasmita, nel corso di un punto stampa, riferendosi alla «tracciamento» d’Apple. “Fino a questo pomeriggio, il ministero non ha motivo di rilasciare un certificato nazionale a livello di componente per i prodotti Apple, in particolare l’iPhone 16“, ha aggiunto.
Fatta una controproposta
Martedì il ministro dell’Economia ha incontrato i rappresentanti di Apple, ma ha spiegato che non è stato raggiunto alcun accordo. Il governo ha fatto una controproposta ad Apple ma il colosso americano non ha dato una risposta immediata. “Se Apple vuole vendere l’iPhone 16 il prima possibile, la palla è nel suo campo” affermazione Agus Gumiwang Kartasasmita.
Alla fine di novembre, l’Indonesia aveva già rifiutato la proposta di Apple di investire 100 milioni di dollari (96 milioni di euro) nel paese per revocare il divieto di vendita di iPhone 16 poiché non rispettava l’equità richiesta dal governo. Il paese del sud-est asiatico ha anche vietato la vendita di telefoni Google Pixel all’inizio di novembre per lo stesso motivo, affermando che il colosso della tecnologia non è riuscito a soddisfare i requisiti per approvvigionarsi del 40% dei pezzi di ricambio dall’Indonesia.
Per Apple l’Indonesia rappresenta una vera sfida. Secondo la società Canalys, il Paese non è altro che il quarto mercato di smartphone in Asia dopo Cina, India e Giappone. Con il 12% delle vendite, l’azienda è soprattutto la prima non asiatica del settore nel Paese dove i cinesi Oppo e Xiaomi vendono il 20% dei telefoni e la sudcoreana Samsung il 16%.
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