Anche se il caso di doping che coinvolge Jannik Sinner non sarà giudicato prima di marzo dall’Agenzia mondiale antidoping (WADA), i nostri colleghi di Tennis 365 ha avuto la buona idea di intervistare uno specialista dell’argomento presso la presidente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA), Karen Moorhouse.
E secondo lei non è proprio da escludere una sospensione dell’attuale numero 1.
“Se si risulta positivi a una sostanza vietata, il punto di partenza per un’eventuale sospensione è di quattro anni. Se è dimostrato che il fatto è stato colposo, la pena è ridotta a due anni. A questo punto è necessario fare alcune differenziazioni. Nel caso di Swiatek parliamo di un prodotto (farmaco) contaminato, mentre per Sinner c’è la complicazione che si tratta di un prodotto non contaminato, perché il fisioterapista ha utilizzato sul suo dito il prodotto in questione che conteneva il principio attivo dopante. Per questo motivo la durata della sospensione va da uno a due anni. So che la WADA ha affermato che la base del ricorso si concentra sulla responsabilità del giocatore, in risposta all’articolo che parla di “assenza di colpa o negligenza significativa”. Il tribunale di primo grado indipendente ha ritenuto che Sinner non avesse commesso alcuna colpa o negligenza, avendo esercitato la massima diligenza possibile. L’Agenzia mondiale antidoping contesta proprio questo aspetto. »
Pubblicato mercoledì 8 gennaio 2025 alle 15:15