INFO LA SPEDIZIONE. “Esecuzione” filmata, corpo sepolto sotto le macerie… Morte misteriosa di un 22enne in una cava nel Tarn

INFO LA SPEDIZIONE. “Esecuzione” filmata, corpo sepolto sotto le macerie… Morte misteriosa di un 22enne in una cava nel Tarn
INFO LA SPEDIZIONE. “Esecuzione” filmata, corpo sepolto sotto le macerie… Morte misteriosa di un 22enne in una cava nel Tarn
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l’essenziale
Un corpo è stato scoperto sepolto sotto le macerie in una cava nel Tarn. La vittima, un giovane tecnico agricolo dell’Aveyron, era scomparsa dal 2021. Il principale sospettato, posto in custodia cautelare, avrebbe filmato la sua esecuzione.

Un giovane di 22 anni che scompare, le rivelazioni tardive e agghiaccianti di un impiegato di una cava di estrazione, un indagato in custodia cautelare e un resto che verrà finalmente ritrovato sotto le macerie: è un’indagine delicata che è stata avviata effettuato ormai da più di tre anni, in tutta discrezione, tra l’Aveyron, il Tarn e l’Alta Garonna.

Tutto è iniziato nell’autunno del 2021. Il 12 ottobre un contadino di Campagnac, nell’Aveyron orientale, si è recato alla brigata della gendarmeria più vicina. Questa madre è preoccupata: è venuta a denunciare la scomparsa del figlio più piccolo, di 22 anni. Il caso è preso sul serio dai gendarmi e dalla procura di Rodez. Una prima indagine giudiziaria è stata aperta il mese successivo per indagare sulle cause della scomparsa.

Il giovane, di formazione perito agrario, sembrava condurre una vita normale. Lavorava e aveva il suo piccolo appartamento a Rodez. I suoi parenti sono stati interrogati e gli investigatori delle brigate di ricerca di Millau e Rodez hanno svolto le indagini, senza però riuscire a ritrovarlo.

Un breve video dell’“esecuzione”

Fu solo nella primavera del 2023 che la vicenda accelerò grazie alle rivelazioni di un giovane Tarnais, allora ventunenne. Quest’ultimo custodiva un pesante segreto, che finì per confidare a una persona cara: nell’ottobre 2021, uno dei suoi Alcuni colleghi di lavoro della cava di Peyrebrune a Montredon-Labessonnié, nel centro del Tarn, avrebbero ammesso di aver “ucciso” un giovane con il quale era in conflitto. Questo collega, che all’epoca ospitava a casa sua, gli mostrò addirittura un breve video dell’“esecuzione”, in cui la vittima era inginocchiata sul luogo della cava prima di essere colpita.

Il confidente riferì questa testimonianza alla gendarmeria e il giovane Tarnais fu arrestato. Il principale sospettato, 25 anni, è stato a sua volta identificato e posto in custodia di polizia: all’epoca era già in carcere in relazione ad un altro caso.

Il fascicolo è stato inviato al centro criminale di Tolosa e i due giovani sono stati incriminati. La prima per “sequestro seguito da morte” e “occultamento di furto”. Il secondo per “omicidio” e “furto”, essendo stato rubato il cellulare della vittima.

Grazie a queste rivelazioni e dopo noiose ricerche nella cava di Montredon-Labessonnié, gli investigatori sono riusciti finalmente a ritrovare i resti del giovane Aveyronnais il 26 giugno 2023, sepolti sotto le macerie. La fine di un’attesa insopportabile per la sua famiglia.

Molte zone grigie

Il principale sospettato era un conoscente della vittima. Sembrerebbe che un debito legato alla droga sia al centro della lite tra lui e il giovane tecnico agrario, ma restano poco chiari il movente del delitto e le circostanze esatte della tragedia. Le sue dichiarazioni hanno oscillato nel corso delle indagini e il famoso video non è stato conservato. Per quanto riguarda i resti della vittima, la durata della sua permanenza sotto le macerie della cava ha chiaramente complicato le analisi forensi.

Il giovane Tarnais all’origine delle rivelazioni, assistito da Me Costes del foro di Tolosa, è oggi sotto controllo giudiziario, compreso il divieto di comparire in tribunale. Il principale sospettato, difeso da Mes Marin e Pamponneau del bar di Albi, è ancora in custodia cautelare. Una ricostruzione potrebbe essere organizzata nei prossimi mesi con un trasporto del gip e dei due imputati sul luogo della cava, per cercare di chiarire alcuni punti.

Anche la famiglia della giovane vittima attende risposte. Sua madre, assistita dal signor Cagnac del foro di Rodez, si è già costituita parte civile nel corso delle indagini.

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