Elementi del Gruppo di ricerca e intervento (Gri), unità della Divisione investigativa criminale (Dic), hanno effettuato un sequestro di banconote false. L’Observateur, che fornisce l’informazione, stima in oltre 25 milioni di franchi CFA, in tagli di dollari americani (40.000), il valore equivalente delle banconote false sequestrate.
Tutto è iniziato, precisa il quotidiano del Future Media Group, da informazioni che denunciavano una rete di contraffattori operante a Yeumbeul. Dopo essersi infiltrati nel mondo sotterraneo, gli investigatori riescono facilmente a identificare i membri di questa mafia tra cui la mente locale, S. Niang e i suoi accoliti: Kh. Diome, AK Mbaye, F. Guèye e S. Dieng.
Ignaro di essere osservato, S. Niang contattò AK Mbaye, “affidandogli il compito di confezionare i mazzetti in banconote contraffatte”. “Il 3 gennaio, intorno alle 17, Mbaye mi ha contattato [à son tour] Niang per informarlo che lui [a] ho trovato un falsario affidabile e molto qualificato per questo tipo di operazione. Loquace, lo precisa Mbaye [le client] hanno organizzato un incontro a Yeumbeul”, dice la stessa fonte. Chi continua: “[…].Niangs[‘y] arriva intorno alle 20, in compagnia di Mbaye e Dieng, l’autista ufficiale della banda, ingaggiato per una commissione di 500.000 franchi CFA. Sul posto, consegnarono un campione delle banconote nere alle persone di nome Kh. Diome e F. Guèye. Questi specialisti autenticano il campione in questione […] per il proseguimento del processo. […]»
Verranno tutti presi a bordo al termine della transazione, riferisce L’Observateur: “La Jeep Cherokee è ferma in mezzo al traffico e i segugi prendono di mira i contraffattori. La perquisizione del veicolo [aboutit à la découverte] un sacchetto di plastica nera contenente un blocco di banconote nere del valore di 40.000 dollari.
Circondato, Niang riconosce “la paternità del pacchetto” e cita “un certo sceicco, senegalese stabilitosi in Corea del Sud”, come “la vera mente della mafia”.
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