pena detentiva sospesa per il conducente che ha tagliato mortalmente una motocicletta

pena detentiva sospesa per il conducente che ha tagliato mortalmente una motocicletta
pena detentiva sospesa per il conducente che ha tagliato mortalmente una motocicletta
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Semplice imprudenza o vera e propria violazione del codice della strada? È questa la domanda che ha animato, questo martedì 7 gennaio, il tribunale penale di La Rochelle, chiamato a giudicare una tragedia stradale avvenuta il 22 luglio 2023.

Nelle prime ore di questa giornata, intorno alle 3:45, un veicolo viaggiava sulla RD 733, proveniente da Royan. L’autista e il suo passeggero devono andare a trovare degli amici a La Gripperie-Saint-Symphorien ma non conoscono il percorso esatto. Così, quando il passeggero, scansionando il GPS del suo cellulare, indica improvvisamente di svoltare a sinistra, l’imputato lo fa in tutta fretta. Vede la motocicletta che arriva nella direzione opposta? Sì, soprattutto perché il passeggero glielo chiede. Ma l’autista crede di avere tempo per passare.

Di fronte, sulla moto che guida poco sopra il limite dei 90 km/h, due amici sulla trentina. La frenata, oltre i 14 metri, non basta. Il pilota e il suo passeggero sono morti sul colpo. Lui era padre di due figli, lei di una bambina. Due famiglie distrutte in un secondo. “Ci si abitua a piangere ogni giorno”, dice in tribunale il padre del passeggero, senza voce. “Vorrei chiedere scusa alle vittime, mi dispiace”, ha detto l’imputato al termine dell’udienza.

Un segnale di divieto

L’imprudenza viene riconosciuta dal conducente 21enne. Il sostituto procuratore Nicolas Petriat sottolinea che lei non è l’unica causa di questa tragedia. Secondo lui il conducente ha violato “intenzionalmente” il codice della strada. Pochi metri prima dell’incrocio, sul lato della strada è visibile un cartello che vieta la svolta a sinistra. In effetti, a questo punto, la linea è continua. Alla fine, l’indicazione tardiva del suo passeggero lo ha costretto ad evitare una mediana per effettuare la sua svolta. “Non gli importava degli altri utenti della strada”, conclude Nicolas Petriat.

Se nel richiedere la sospensione condizionale della pena evidenzia l’assenza di trascrizione nel casellario giudiziale dell’imputato, il pubblico ministero la sostiene per un periodo significativo. Chiede due anni e l’annullamento della patente. “Non ha visto il cartello”, risponde Pauline Lamy, l’avvocato dell’imputato. Da parte sua, chiede la “gentilezza” del tribunale nei confronti del suo cliente, “particolarmente provato” dopo i fatti.

Il tribunale ha dato seguito alle richieste dell’accusa e ha condannato l’imputato per omicidio colposo a due anni di reclusione, all’annullamento della patente e all’impossibilità di rilasciarla per un anno. Non guida più dal momento della tragedia, anche se avrebbe potuto ritirare la patente sei mesi fa. “Non necessariamente volendo”, ammette a testa bassa.

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