La sala delle comparizioni immediate era piena di parti civili, questo martedì 7 novembre, al tribunale di Bordeaux. Sul palco degli imputati si trovano tre uomini di età compresa tra 23 e 27 anni, sospettati di aver commesso 26 furti d’auto e furti con scasso a Bordeaux e nel bacino di Arcachon. I veicoli rubati, per lo più berline di fascia alta, sono stati venduti e recuperati in altre regioni e all’estero. Alcuni sarebbero stati utilizzati dai narcotrafficanti o per commettere rapine.
Gli imputati, confusi dalla geolocalizzazione e arrestati dagli agenti di polizia della Divisione Crimini Territoriali il 4 novembre, sono stati posti in custodia cautelare fino alla loro tardiva convocazione. Ma vista l’entità dei fatti contestati e lo stato di recidiva, il tribunale ha deciso di rinviare il processo, “a causa della complessità delle restanti indagini”. I difensori delle parti civili non si sono opposti.
«Organizzazione»
Il sostituto procuratore, Mathilde Marie, afferma che restano “troppe zone grigie sui fatti”, mentre “esiste la questione delle reti e di un’organizzazione che va ben oltre i fatti contestati”. La giustizia vuole quindi prendersi il tempo per analizzare i telefoni degli imputati e i dispositivi elettronici delle vittime. È stata aperta un’indagine giudiziaria, affidata a un gip.
Gli avvocati della difesa hanno criticato le scelte dell’accusa, che inizialmente aveva optato per il rinvio del processo. “Non c’è molto in questo caso e poche prove. È un affronto nei confronti del pubblico ministero che ha indirizzato male il caso”, ha affermato l’avvocato di un imputato, deplorando la custodia cautelare di oltre due mesi. “Non sappiamo cos’altro cercare in questo caso”, ha aggiunto l’avvocato di un altro presunto complice.
Nella stanza, diverse vittime aspettavano ancora di recuperare il loro veicolo, messo sotto sigillo dal tribunale, danneggiato o scomparso. Gli indagati sono stati trattenuti in detenzione, in attesa della loro presentazione davanti al giudice istruttore.
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