Un “mercenario” svizzero è stato arrestato in Venezuela

Un “mercenario” svizzero è stato arrestato in Venezuela
Un “mercenario” svizzero è stato arrestato in Venezuela
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Nel relativo caos che regna attualmente in Venezuela, poche ore prima della cerimonia di insediamento del presidente Nicolás Maduro, il ministro degli Interni Diosdado Cabello ha comunicato che erano stati arrestati 125 “mercenari” di 25 nazionalità diverse.

Queste persone sono, secondo lui, sospettate di “atti terroristici” o di “azioni destabilizzanti” guidate dall’opposizione. Ma tra loro c’è uno svizzero.

Diosdado Cabello non ha fornito ulteriori dettagli, secondo la stampa internazionale, ma ha indicato i paesi di origine delle 125 persone coinvolte. Oltre al Venezuela, si tratterebbe di cittadini di Colombia, Stati Uniti, Perù, Spagna, Italia, Uruguay, Svizzera o anche Libano, Paesi Bassi, Israele e Argentina, è stato elencato.

Svizzero? Uno, in ogni caso, in realtà. “Il Dipartimento federale degli affari esteri è a conoscenza dell’arresto di un cittadino svizzero in Venezuela. L’Ambasciata svizzera a Caracas è in contatto con le autorità locali competenti», indica matin.ch Valentin Clivaz, viceresponsabile dei media del DFAE.

Al momento non sappiamo concretamente di cosa sia accusato questo svizzero né quale potrebbe essere il suo destino nei prossimi giorni.

Il ministro Cabello ha accusato i 125 “mercenari” di essere finanziati dal traffico di droga e dal “narcoparamilitarismo colombiano”. Oltre ad essere controllato dall’opposizione venezuelana e voler “gettare il Venezuela nel caos”.

“El Pais” nota però che tali accuse “sono abituali all’interno del governo venezuelano, che accusa quotidianamente i suoi detrattori di cospirare contro il presidente Nicolás Maduro”.

In ogni caso, in Venezuela sale la tensione prima della cerimonia di insediamento prevista venerdì a Caracas durante la quale Maduro, al potere dal 2013, dovrà prestare giuramento per un terzo mandato (2025-2031).

Le forze di sicurezza sono dispiegate in massa nelle strade della capitale e l’opposizione incita a manifestazioni giovedì, alla vigilia dell’evento per il quale il suo candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, che rivendica la vittoria, attualmente negli Stati Uniti, afferma di voler tornare in Venezuela.

La vittoria di Nicolas Maduro alle elezioni presidenziali del 28 luglio è stata convalidata dalla Corte Suprema dopo essere stato proclamato vincitore con il 52% dei voti dal Consiglio Elettorale Nazionale. I verbali dei seggi elettorali, però, non sono stati pubblicati, come prevede la legge, ufficialmente a causa di attacchi informatici, ritenuti poco credibili da molti osservatori. L’opposizione, che ha pubblicato il verbale fornito dai suoi scrutatori, assicura che il suo candidato Edmundo Gonzalez Urrutia ha ottenuto più del 67% dei voti.

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