Uniforme di fine uscita per tutte le reclute dell’esercito svizzero

Uniforme di fine uscita per tutte le reclute dell’esercito svizzero
Uniforme di fine uscita per tutte le reclute dell’esercito svizzero
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Jean-Marie Le Pen, figura dell’estrema destra francese e finalista alle elezioni presidenziali del 2002, è morto martedì all’età di 96 anni. Il suo partito lo salutava come un “grande patriota” che “ha sempre servito la Francia”.

“Jean-Marie Le Pen, circondato dalla sua famiglia, è stato richiamato a Dio questo martedì alle 12”, ha annunciato la sua famiglia in un comunicato stampa inviato all’AFP. Il fondatore del Fronte Nazionale (FN), divenuto Raggruppamento Nazionale (RN), si è gradualmente ritirato dalla vita politica a partire dal 2011, quando sua figlia Marine Le Pen ha assunto la presidenza del partito.

Indebolito da diversi incidenti di salute, una perizia medica constatava in giugno “un profondo deterioramento” del suo stato fisico e psicologico, stimando che non avesse potuto né “essere presente” né “preparare la sua difesa” al processo contro gli assistenti di FN. eurodeputati svoltasi a Parigi lo scorso autunno.

A metà novembre Jean-Marie Le Pen è stato ricoverato in ospedale e poi ricoverato in una struttura a Garches, a ovest di Parigi, non lontano dalla sua abitazione a Rueil-Malmaison, nella regione parigina.

Nessun rimpianto

Tribuno eccezionale, provocatore sulfureo ossessionato dall’immigrazione e dagli ebrei, patriarca sconvolto dal suo stesso popolo, Jean-Marie Le Pen ha fatto uscire l’estrema destra francese dalla sua marginalità.

Il più emblematico dei suoi successi rimarrà incompiuto. Il 21 aprile 2002, all’età di 73 anni e alla sua quarta candidatura all’Eliseo, fece una sorpresa qualificandosi al secondo turno elettorale.

Il trionfo ha il suo rovescio della medaglia: per due settimane milioni di persone marciano contro il razzismo e la sua incarnazione politica. Soprattutto, Jean-Marie Le Pen permette la facile rielezione del suo nemico giurato Jacques Chirac.

Il “Menhir” non ha mai espresso alcun rammarico per i suoi slittamenti, controllati o meno, spesso reiterati, che gli sono valsi diverse condanne giuridiche: dalle camere a gas “punto di dettaglio della storia”, alle “gare di disuguaglianza” (1996), passando per l’occupazione tedesca “non particolarmente disumana” (2005) o l’attacco fisico di un avversario socialista (1997).

Omaggi dalla RN

“Impegnato sotto l’uniforme dell’esercito francese in Indocina e Algeria, tribuno del popolo all’Assemblea nazionale e al Parlamento europeo, ha sempre servito la Francia, difendendone l’identità e la sovranità”, ha salutato sulla rete social X il presidente della la Marina Militare Giordano Bardella.

Il vicepresidente del partito Sébastien Chenu ha accolto con favore la “morte di un immenso patriota, visionario e incarnazione del coraggio” che “portava la speranza di milioni di francesi”.

“Il rispetto per la dignità dei morti e il dolore dei loro cari non cancella il diritto di giudicare le loro azioni. Quelli di Jean-Marie Le Pen restano insopportabili. La lotta contro l’uomo è finita. La lotta contro l’odio, il razzismo, l’islamofobia e l’antisemitismo da lui diffuso continua”, ha reagito il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon.

Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonti: ats/afp

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