Compleanno triste. Dieci anni fa, dopo l’attentato a Charlie Hebdo, tutta la Mosella era in meditazione. Uno sguardo indietro a diversi giorni di tributo.
Erano circa le 11:30 del 7 gennaio 2015 quando i fratelli Chérif e Saïd Kouachi entrarono, armati di fucili, nei locali del quotidiano satirico Charlie Hebdo a Parigi. Hanno ucciso dodici persone, tra cui otto membri della redazione. Altre cinque persone furono assassinate nei giorni successivi (Montrouge e attacchi iper-nascosti). È una Francia sotto shock e una stampa ferita che osserva impotente gli eventi prima di alzarsi con una sola voce a sostegno della libertà di stampa. Sostenere semplicemente la libertà.
A Metz si radunarono 3.000 persone la sera stessa dell’attentato. Rabbia, lutto e voglia di gridare a gran voce che la stampa è libera. Pochi giorni dopo, la capitale della Mosella vedrà 45.000 persone marciare silenziosamente, circa 6.000 a Thionville contro il terrore e l’oscurantismo.
“Siamo tutti Charlie”
Da soli o con la famiglia, funzionari eletti, giornalisti, persone di passaggio… Indipendentemente dalla città, dalla religione, dall’origine o dalla professione dei cittadini che scendono in piazza, le testimonianze sono sostanzialmente identiche. “ Non vogliamo politicizzare la questione. Dobbiamo restare uniti di fronte alla barbarie » cantava uno dei manifestanti di Forbach, la sera dei fatti. “ Sono libero di pensare. Non sopporto quello che è successo, non potevo restare a casa » dice questo abitante di Hagondange tra le 45.000 anime venute a Metz per pregare.
« Siamo molto commossi. Si tratta di giornalisti e agenti di polizia vittime della barbarie. Mai dal nazismo si era verificato nel nostro Paese un attacco così forte alla libertà di espressione. » ha poi citato il senatore e sindaco di Woippy, François Grosdidier. “ Questo raduno spontaneo è una risposta cittadina a questi atti. Cittadini che vogliono dimostrare il loro attaccamento ai valori della Repubblica e in particolare a questa libertà conquistata a caro prezzo nel corso della nostra Storia » disse Dominique Gros, allora sindaco di Metz nel 2015.
Immagine più insolita a Sarralbe con un drink conviviale condiviso in particolare con la stampa. « Apro questa bottiglia di champagne, affinché vivano gli iconoclasti, affinché vivano la libertà e Charlie Hebdo“, dirà Gérard Bergantz, vicesindaco davanti a 400 abitanti della zona. “ A Charlie Hebdo, alla libertà » conclude poi.
– intonò la Marsigliese, minuto di silenzio. Stesso schema al centro delle controversie riunite in tutto il dipartimento. Un appello finale per i diritti umani e le libertà.
A 10 anni dall’attentato, Moselle ricorda
Dalle prime luci del 7 gennaio 2025, reazioni seguite sui social network e sulla stampa. A cominciare dagli eletti del territorio con qualche parola postata su X o su Facebook per non dimenticare che la lotta al terrorismo è ancora attuale.
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