Il discorso televisivo del Presidente della Repubblica del 31 dicembre è stato, questa volta, eccezionalmente breve. Non dovremmo essere sorpresi. Emmanuel Macron non ha potuto fare promesse che non è più in suo potere mantenere e la politica del nuovo governo di François Bayrou resta da definire. Per saperne di più bisognerà attendere la dichiarazione di politica generale del 14 gennaio.
La prima priorità è l’adozione del bilancio 2025, auspicata entro metà febbraio. Secondo le prime informazioni filtrate da Bercy, questo testo sarebbe meno duro di quello previsto dal governo di Michel Barnier. Mentre secondo le ultime stime il deficit avrebbe dovuto raggiungere il 6,1% del PIL nel 2024, quest’ultima intendeva ridurlo al 5% del PIL nel 2025, il che ha rappresentato uno sforzo considerevole di circa 60 miliardi di euro tenendo conto dell’evoluzione spontanea delle spese e delle entrate.
L’attuale governo prenderebbe in considerazione una riduzione più modesta al 5,4% del Pil, il che avrebbe il doppio vantaggio di essere un po’ meno doloroso e allo stesso tempo di costituire un gesto di portata sufficiente per soddisfare le regole europee. Questa strategia avrebbe lo svantaggio di richiedere uno sforzo più sostenuto nei prossimi anni, ma chi la difende spera senza dubbio che il clima politico sarà allora più favorevole…
Ciò presuppone ancora che diverse decine di miliardi debbano essere reperiti ora in entrate o spese. Tuttavia, i gruppi parlamentari che continuano a brandire la minaccia della censura governativa hanno ancora le stesse “linee rosse” che non vogliono vedere oltrepassate. Le discussioni saranno ancora difficili.
Cosa proporrà François Bayrou ai suoi interlocutori? Finora non ha ancora fatto una dichiarazione chiara su questi argomenti. Alla domanda su come…
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