Voce dolce, outfit nero e stivaletti col tacco. Il cinquantenne che ha dovuto rispondere di violenza aggravata, minacce di morte e danneggiamenti a beni altrui presso la sbarra del tribunale di Bergerac, questo lunedì 6 gennaio, non aveva il profilo degli imputati che siamo soliti incontrare in tribunale. le aule dei tribunali. udito. “Mi sono completamente storta”, prova a spiegare ai magistrati.
Questo 9 novembre 2024, quando i gendarmi arrivano di prima mattina nell’appartamento della sua ex compagna nel Pays-de-Belvès, scoprono una scena apocalittica. “Sangue ovunque”, sul pavimento, sui muri o sulle porte, una casa devastata e un uomo con ferite multiple. “Mi sta picchiando mia moglie”, ha sussurrato loro durante la sua chiamata.
Separati in teoria dall’agosto 2024, la coppia che tutti concordano nel definire “tossica”, si è riunita la sera dell’8 novembre. “Abbiamo avuto molta difficoltà a fare a meno l’uno dell’altro”, spiega l’imputato. Quel giorno gli ho chiesto se potevamo incontrarci ma aveva in programma una cena che alla fine è stata annullata. » La donna, 51 anni, inizia quindi la serata con un’amica. I due hanno bevuto due bottiglie di vino prima di dirigersi verso Pays-de-Belvès. “Abbiamo bevuto di nuovo tutti e tre, abbiamo ballato e, a un certo punto, li ho sorpresi nel bel mezzo di un atto sessuale. »
Lesioni gravi
“Distrutto” e “ipergeloso”, l’ex compagno esce di casa ma decide di tornare qualche minuto dopo. Una statua, cocci di bottiglia, un posacenere, un manubrio o anche un candeliere e un artiglio da giardinaggio, il cinquantenne “prende tutto ciò che gli capita a portata di mano” per colpire. L’uomo se l’è cavata con 14 giorni di interruzione totale del lavoro (ITT), trauma cranico e pneumotorace, l’artiglio da giardinaggio gli aveva perforato violentemente il polmone.
Atti di “estrema violenza” che continuano nei confronti dell’amico, colpito anche lui dall’artiglio del giardino. È inclusa anche la decorazione dell’appartamento. “Ho dei lampi e delle nebbie, mi vedo prendere il microonde e buttarlo via”, dice questa madre di tre figli di cui non si è mai parlato. Non mi riconosco. »
Ma per il legale della vittima, costituitosi parte civile, il gesto “non è stato un impulso”. “Va a casa, si addormenta e il giorno dopo progetta di andare a Tolosa”, si sorprende, spiegando che il suo cliente “non ha avuto il coraggio di essere presente all’udienza”. Seguito ancora da uno pneumologo, soffre anche di parestesie (intorpidimento) al braccio sinistro.
Detenzione domiciliare
Di fronte a questa “pista da ballo trasformata in carneficina”, il pubblico ministero Gaël Bellet ha chiesto due anni di sospensione probatoria rafforzata con in particolare un obbligo di diligenza. Quanto alla difesa, ha sottolineato “la discesa agli inferi” del suo cliente, licenziato per colpa grave e caduto in una grave depressione. “Non è violenta per natura”, ha detto l’avvocato.
I magistrati, però, sono andati oltre le richieste condannando l’imputato a due anni di reclusione, di cui 16 mesi con sospensione condizionale rafforzata. Questa sentenza è accompagnata da un obbligo di diligenza, dal divieto di contatto con le vittime e dall’obbligo di risarcirle. L’imputata, che dovrà essere ricoverata in ospedale per dipendenza e psichiatria venerdì 10 gennaio, dovrà poi scontare la pena con un braccialetto elettronico.