Lunedì, presso il Tribunale penale di Parigi, è iniziato uno storico processo che ha coinvolto l’ex presidente Nicolas Sarkozy e tre ex ministri del suo governo: Brice Hortefeux, Claude Guéant e Éric Woerth. Sono sotto processo, insieme ad altri otto imputati, per sospetto di finanziamento illegale della campagna presidenziale del 2007 da parte della Libia di Muammar Gheddafi.
Appena aperta l’udienza sono intervenuti volti noti della scena politica degli anni 2000. Nicolas Sarkozy, 69 anni, sembra esperto nell’esercizio: questo è il suo quinto processo in cinque anni. In abito blu navy, si presenta con gravità. “Occupazione?” », si chiede la presidente Nathalie Gavarino. “Avvocato”, risponde. Alla domanda sulla sua nazionalità subentra un momento di confusione: “Mia moglie? “, chiede prima di correggersi con una risata un po’ imbarazzata, “Ah sì, francese. »
Scontri tra Nicolas Sarkozy e il pubblico ministero
Dodici imputati sono sotto processo, tra cui Thierry Gaubert, vicino all’ex capo di Stato, e Alexandre Djouhri, intermediario di lunga data. Completano questo cast quattro assenti di rilievo: due uomini d’affari sauditi, Béchir Saleh, ex amico intimo di Gheddafi, e il controverso intermediario libanese Ziad Takieddine, entrambi presi di mira da mandati di arresto. Dalla sua fuga in Libano nel 2020, Ziad Takieddine ha mantenuto la sua innocenza e ha affermato a RTL: “Nessuno mi ha convocato per questa udienza. »
Il pomeriggio è stato caratterizzato da scambi tesi su questioni procedurali. Gli avvocati di Nicolas Sarkozy e Brice Hortefeux hanno contestato la giurisdizione del tribunale penale, chiedendo che il caso sia giudicato dalla Corte di Giustizia della Repubblica (CJR), l’unica autorizzata a giudicare i ministri in carica.
Un Nicolas Sarkozy piuttosto irritato
Il procuratore Quentin Dandoy ha ricordato con chiarezza che questa questione era già stata decisa due volte durante le indagini. “Farete credere che esista una sorta di associazione tra magistrati che sono molto arrabbiati con Nicolas Sarkozy, e che si sono riuniti, magari al ristoro del palazzo, per dire “Nicolas Sarkozy e il CJR, è “niet” ? » Questa frecciata, lanciata sotto il ghigno discreto di Nicolas Sarkozy, ha aumentato la tensione.
L’ex presidente, visibilmente irritato, ha borbottato commenti sottovoce. I toni si sono alzati quando il presidente ha calmato gli scambi: “La parola è libera, ma non c’è posto per l’ironia. » Sostenuto dal presidente, Nicolas Sarkozy ha risposto, furioso: “Sì, mi sciocca. » Da parte sua, il pubblico ministero ha difeso le sue affermazioni: “Rispondo solo al signor Sarkozy che dice che quello che dico è spaventoso, quando mi limito a riportare i fatti. » La tensione persistente ha portato il presidente a sospendere l’udienza alle 19:15, senza che il tribunale si pronunciasse sulla giurisdizione. Il processo riprenderà mercoledì con il proseguimento dei dibattiti procedurali.