Sul suo viso compaiono gocce di sudore, che si asciuga regolarmente con un gesto della mano. Colui che sui social si fa chiamare “Imad Tintin”, o “Bledar de luxe”, si aggrappa alla sbarra del tribunale penale di Grenoble, davanti alla quale è comparso, lunedì 6 gennaio, per “provocazione diretta ad un atto di terrorismo commesso da mezzo di un servizio di comunicazione pubblica on-line”.
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Non è molto a suo agio, contrariamente a quanto ha fatto apparire nei video pubblicati in questi giorni sui social network e in cui parlava in arabo, vendicativo, con le sopracciglia accigliate. Spesso sottotitolati in francese, questi video si sono diffusi rapidamente su Internet. Imad Tintin è stato poi arrestato il 3 gennaio, posto in custodia di polizia, quindi rilasciato sotto controllo giudiziario in attesa dell’udienza di oggi.
Il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha accolto con favore questo arresto sui social network“commenti vili fatti su TikTok” di Imad Tintin e invitante “non lasciar passare nulla”. Meno di un’ora dopo, il pubblico ministero di Grenoble, Eric Vaillant, ha a sua volta accolto, ripubblicando il messaggio del ministro, “il rapido intervento degli agenti di polizia di Grenoble sotto la direzione della Procura di Grenoble”.
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Francia