CÈ quasi l’ora delle decisioni finali. Mercoledì 15 gennaio Fabien Galthié dovrebbe comunicare la lista dei 42 giocatori selezionati per preparare il Torneo Sei Nazioni 2025. E se, alla fine, sorprese e novità saranno indubbiamente rare all’interno di questo primo gruppo allargato, in vista della sua pubblicazione gli argomenti di discussione e gli interrogativi non mancano.
Il possibile reinserimento di Hugo Auradou e Oscar Jegou, sei mesi dopo l’affare Mendoza, è giustificato sportivamente? Matthieu Jalibert accetterà la gerarchia delle aperture come pensa Fabien Galthié e continuerà il avanti e indietro tra Bordeaux e Marcoussis? Il crepuscolo atletico di Uini Atonio dovrebbe prolungarsi indefinitamente? Sullo stesso tema, il tecnico dovrebbe continuare nella sua politica di ringiovanimento dei Blues o, al contrario, blandire i suoi trentenni?
L’allenatore dovrebbe continuare la sua politica di ringiovanimento o, al contrario, blandire i suoi trentenni?
Si sono formate complicità nel club
Alcune certezze innanzitutto: Charles Ollivon, vittima della probabile rottura dei legamenti crociati del ginocchio destro sabato contro il Racing 92, non sarà tra queste. Un vero duro colpo perché la terza fila del Tolone (31 anni, 46 presenze) aveva chiuso molto positivamente il Tour di novembre contro gli argentini. Non sarà l’unico “papà” la cui assenza sarà dannosa. Operato per la frattura del pollice sinistro a fine dicembre, Gaël Fickou (30 anni, 93 presenze) salterà i primi due incontri di questa edizione contro gallesi e inglesi. Proprio come Jonathan Danty, centro del La Rochelle (32 anni, 29 presenze), che soffre di un ginocchio.
Il pacchetto di questi due dovrebbe rallegrare Nicolas Depoortere, assente quest’autunno. La sua collusione con Yoram Moefana, al centro dell’attacco dell’Union Bordeaux-Bègles, è un vantaggio a suo favore. E visto che si parla dei legami formatisi nel club, il ritorno di Damian Penaud, vittima di un’infezione polmonare a novembre, è scontato. Vista la prestazione straordinaria di sabato contro lo Stade Français, Romain Buros, terzino dell’UBB, dovrebbe essere nuovamente invitato, soprattutto dopo che il suo rivale, il parigino Léo Barré, si è infortunato ad una spalla.
In infermeria, non è ancora tornato in campo Jean-Baptiste Gros, pilastro sinistro del Tolone, infortunato al ginocchio destro contro i Pumas. D’altro canto, il Tolosa Cyril Baille, autore di una convincente rimonta sabato contro La Rochelle, dopo otto mesi di indisponibilità, dovrebbe logicamente tornare nei Blues.
Ci sarà anche Tevita Tatafu? Il pilastro destro dell’Aviron Bayonnais è stata una delle attrazioni del Tour di novembre. Sono bastati una manciata di allenamenti e due partite – compresa la brevissima seconda contro gli All Blacks – per consacrarlo come successore di Uini Atonio. Era prematuro? Vittima di una grave distorsione alla caviglia contro i neozelandesi, Tatafu dovrebbe tornare in campo il 19 gennaio nella Challenge Cup contro il Gloucester. Se consideriamo la carenza di talenti nella posizione numero 3, non ci sarebbe nulla di stravagante nel fatto che Fabien Galthié chiamasse il giovane tongano (22 anni) per giudicare il suo stato di forma. Il rischio è minimo all’interno di un gruppo di 42 persone e non si presta a polemiche.
Questi casi hanno poco peso nella cronaca del XV di Francia, nelle dinamiche del secondo mandato
Politica di emulazione
Sarebbe sorprendente, però, se la presenza di Matthieu Jalibert o i nomi di Oscar Jegou e Hugo Auradou lasciassero indifferente il “mondo del rugby” francese. Ma dopo la prima ondata di commenti, questi casi hanno poco peso nella cronaca del XV di Francia, nella dinamica che anima il secondo mandato di Fabien Galthié.
Ciò che osserveremo con attenzione non è tanto l’elenco dei 42 giocatori che si presenteranno il 19 gennaio alle porte di Marcoussis quanto quello dei 23 eletti che rimarranno al CNR il 22 gennaio per l’apertura del torneo contro il Galles. Sarà questa selezione ridotta a dirci se Galthié intende continuare quest’inverno la politica di emulazione avviata a novembre. Continuerà a scuotere i suoi vecchi leader, Alldritt, Jelonch, Atonio, Taofifenua? Da quest’autunno, una nuova generazione, quella di Boudehent, Roumat, Gazzotti, sa che la porta è aperta. Giocherà al massimo la sua carta.
È questo il modo migliore per affrontare questo torneo che i Blues hanno vinto solo una volta sotto la direzione di Fabien Galthié e mai in un anno dispari dal 2007?