Arresti seriali e, al centro della storia, un attivista contrario al regime algerino. Negli ultimi giorni, almeno sei “influencer” algerini o franco-algerini sono stati presi di mira dalle autorità a causa della pubblicazione di video odiosi che inneggiavano al terrorismo sul suolo francese o alla violenza contro gli oppositori del governo algerino.
La maggior parte di questi video sono stati raccolti, tradotti e diffusi da un internauta molto seguito, Chawki Benzehra, che denuncia una “campagna di terrore” da parte del governo di Abdelmadjid Tebboune. Residente a Lione, il 33enne si definisce un attivista politico e “oppositore del regime algerino”. Arrivato in Francia nel 2012 per i suoi studi, da allora si è stabilito in Francia “pur rimanendo impiegato”. “Ho iniziato il mio attivismo politico all’inizio degli anni 2010. Allora eravamo nel pieno della Primavera Araba. Avevo fatto campagna elettorale in un partito di opposizione”, racconta a Le Parisien.
Nel 2019 è scoppiato l’“Hirak”, un movimento contro il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, che allora cercava un quinto mandato presidenziale. Un movimento al quale Chawki Benzehra ha aderito e difeso con forza, cosa che lo ha messo nei guai in terra algerina. Nel 2020, dopo la fine della protesta, il giovane è stato condannato in contumacia dai tribunali algerini “per reati di opinione”, testimonia. Chawki Benzehra sceglie di restare definitivamente in Francia, dove ottiene asilo alla fine del 2023.
Minacce di morte e accuse di “sionismo”
Su TikTok e Facebook l’attivista algerino è seguito da 340.000 a 350.000 iscritti. Lì si occupa dell’attualità, “dal punto di vista algerino, ma anche dal punto di vista dell’avversario politico”. In programma: “La diplomazia algerina, i conflitti che il regime algerino ha provocato con molti paesi, la questione del Sahara, la libertà di espressione, i crimini e i prigionieri di coscienza…”
Su X, negli ultimi mesi, l’algerino ha parlato molto della politica di Abdelmadjid Tebboune, ma anche di politica internazionale, in arabo e talvolta in francese. Chawki Benzehra si occupa anche di personalità francesi, difendendo l’eurodeputata di estrema destra Sarah Knafo, presa di mira da una denuncia del regime algerino, o la sua collega Marion Maréchal, che ha chiesto sanzioni contro gli algerini che si curano o studiano in Francia in risposta a l’arresto di Boualem Sansal.
Assicurando di criticare la propaganda algerina, Chawki Benzehra ha anche rilanciato, in più occasioni, la tesi del complotto secondo cui la pugile algerina e campionessa olimpica Imane Khelif è segretamente un uomo. L’attivista ha anche attirato l’ira della Grande Moschea di Parigi questo lunedì, assicurando ai media che il suo rettore accoglie favorevolmente influencer e agitatori algerini e incontrando regolarmente il presidente Tebboune. Affermazioni “diffamatorie”, secondo l’istituzione, che mirano a “discriminare tutti i musulmani in Francia” e “a diffondere il veleno dell’estrema destra nella nostra società”.
Ma per Chawki Benzehra il tema più scottante restano gli attacchi diretti contro il regime di Tebboune, che rappresenta, secondo lui, “una minaccia esistenziale” per l’Algeria. Un tema che gli è valso “minacce di morte, appelli all’odio, qualificazioni di sionismo, cospirazione, agente del Marocco, Francia, Israele portati all’estremo”, e questo “dal 2022-2023”.
Una minaccia crescente
Tra i suoi denunciatori c’è l’influencer “Ami Boualem”, arrestato questa domenica a Montpellier. “Faceva parte di un cosiddetto gruppo nazionalista, che ha persino organizzato una manifestazione a Parigi nel marzo 2022, dove ci ha insultato e ha parlato di un complotto contro l’Algeria”, riassume Chawki Benzehra.
L’ideologia di questi commentatori online, seguiti a volte da diverse decine di migliaia di account, è quella di dire “che l’Algeria è presa di mira, che siamo odiati, che anche la Francia e i media francesi ci odiano”, spiega l’attivista. Commenti talvolta seguiti da inviti alla violenza: l’influencer “Imadtitin” è stato ad esempio messo in custodia di polizia dopo aver incitato a “bruciare vivo, uccidere e stuprare sul suolo francese”.
Negli ultimi giorni la minaccia online si è intensificata, assicura Chawki Benzehra. “Sono migliaia le dirette, i video, i messaggi privati che ricevo, con minacce per niente velate”, testimonia l’oppositore, che dice di vivere “un incubo”. “Vivo da anni con l’abitudine di prestare attenzione a dove vado, a cosa faccio. Ma lì la cosa non è più sostenibile”, assicura il giovane lionese, che chiede “misure” di protezione.