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Onnipresente, sopravvissuto al governo precedente, basandosi sulle pietre miliari stabilite dal suo predecessore, il ministro degli Interni ha mano libera per attuare una politica migratoria in linea con le proposte dell'estrema destra.
Le parole hanno un significato. Il ministro dell'Interno, Bruno Retailleau, no “rinnovato” di François Bayrou. Ha deciso di restare imponendo le sue condizioni: continuare la sua politica, in particolare le questioni migratorie. Gli ultimi giorni lo dimostrano. Bruno Retailleau era a Mayotte dopo il devastante passaggio del ciclone Chido. Mentre tutti osservavano l'azione di François Bayrou, in attesa di nominare una nuova squadra di governo, Bruno Retailleau era già in proiezione. Ha dichiarato spudoratamente: “Non potremo ricostruire Mayotte senza affrontare, con la massima determinazione, la questione migratoria. Dovremo legiferare affinché a Mayotte, come ovunque sul territorio nazionale, la Francia riprenda il controllo della sua immigrazione. Una posizione subito ripresa da François Bayrou. Potrebbe dire qualcos'altro?
Piccoli ciottoli
Bruno Retailleau ha le mani libere. Si attiene alle sue convinzioni; impone il proprio ritmo e le proprie idee. Quando arrivò a Place Beauvau in settembre, diede un'istruzione prioritaria ai prefetti: ridurre l'immigrazione legale e clandestina. La Francia deve utilizzare tutti i mezzi legali possibili per farlo “togliere di più e regolamentare di meno” degli immigrati privi di documenti. Come ? Riformando, ad esempio, la circolare Valls: un testo che permette ai prefetti di regolarizzare circa 30.000 persone ogni anno
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