Da giovane, Patrick Deville confessa di aver esitato per un po' tra due strade da seguire. Quello della letteratura e quello del “cinema della realtà”. Nessuno si lamenterà, leggendo i suoi libri, di aver scelto di optare per il primo. L'ultima punta a celebrare un luogo che conosce più che bene. L'autore di “Plague & Cholera” e “Samsara” non è nato lì. È nato di fronte, nel reparto maternità di Paimboeuf, alla fine degli anni Cinquanta, poi è cresciuto nell'ex Lazaret della Pointe de Mindin, divenuto ospedale psichiatrico. Saint-Nazaire, di cui qui si tratta, resta, dice, una “città dove si costruiscono libri e navi con ostinazione”.
Ultima “sacca di resistenza tedesca” cancellata dalla carta geografica nel febbraio 1943 dai bombardamenti aerei alleati, il capoluogo del dipartimento della Loira Atlantica è stato fortunatamente ricostruito. Da allora ha subito molti cambiamenti e conserva intatto il suo potere di attrazione.
“I porti marittimi attirano gli scrittori come un faro attira una tempesta”, dice lo scrittore di prosa che ama viaggiare, sia nella sua biblioteca che sui fiumi di tutto il mondo.
Stampe
Possiamo incontrare un buon numero di scrittori nell'opera erudita e incarnata di Patrick Deville. Da Reinaldo Arenas a Jean Echenoz passando per Enrique Vila-Matas e Pierre Loti, Jean Rolin e Jules Verne. “Romanzo senza finzione”, il tonificante “Saint-Nazaire” di Deville è pieno di aneddoti e impressioni. Viene voglia di andare ad esplorare i 150 ettari del cantiere il più velocemente possibile. Andare a curiosare all'«Edificio» (1) – dove tante piume provenienti da qui e altrove si sono sistemate per lavorare e respirare – o al bistrot La Marine, nello storico quartiere Petit-Maroc. Con il suo “Saint-Nazaire” in tasca, una copia di “Ultramarine” di Malcolm Lowry o quello che preferisci.
(1) “Building”, l'unico edificio alto della zona.
“Saint-Nazaire”, di Patrick Deville, ed. Soglia, 156 pag., 17€.