A pochi passi dal Duomo, nel centro di Milano (Italia), più di 80 opere d'arte confiscate alla mafia adornano le pareti del prestigioso Palazzo reale. La mostra gratuita e itinerante Salvarti deposita le valigie nel capoluogo lombardo, dopo Roma e un'ultima tappa in Calabria.
Avevano un buon sapore
sussurra un visitatore al suo compagno mentre contempla un collage dell'artista visivo bretone Jacques Villeglé. Attraverso le dieci sale della mostra, scopriamo la ricchezza del patrimonio sequestrato ai criminali: il progetto di un'opera dell'americano Keith Haring, un magnifico olio su tela della serie Piazza d’Italia
dell'italiano Giorgio De Chirico, e un'altra litografia a china di Romeo e Giulietta
di Salvador Dalì.
“Riciclare il denaro sporco”
Fino ad allora nessuno poteva vedere queste opere, era come se fossero scomparse. Questa mostra permette loro di rinascere
commenta Federico Magni, studente di storia dell'arte a Milano. Il giovane, però, rimane allo stremo. Non c'è dubbio, non sappiamo nemmeno come siano finiti nelle mani di criminali
si rammarica. Più avanti, un gruppo di uomini specula sull'identità degli esattori mafiosi.
Per Gabriella Pandullo è un modo di fare giustizia. Quando pensiamo a tutte le azioni negative dietro queste opere! Almeno ritornano nella comunità
esulta la sessantenne venuta con le sue amiche.
Questa mostra dimostra anche che non sempre la mafia la fa franca!
osserva Antonnella Scartuchio, segretaria scolastica, mentre i video d'archivio delle operazioni di polizia riecheggiano in loop dalla stanza accanto. L’Italia è un modello nella lotta alla criminalità organizzata.
Tra i dipinti, più di venti sono stati sequestrati nel 2016 a un mafioso della potente 'Ndrangheta calabrese. Probabilmente sono stati acquistati per riciclare denaro sporco
Lo afferma Domenico Piraina, assessore alla Cultura del Comune di Milano.
Nel mercato dell’arte, i mafiosi sono più propensi ad acquisire opere per riciclare denaro che per sponsorizzare i traffici. Anche se in certe inchieste è stato messo in luce il ruolo delle mafie
spiega Enrico Fontana di Legambiente, che ogni anno realizza un rapporto sulle attività criminali contro l'ambiente e il patrimonio culturale. Tuttavia è impossibile stimare quante opere siano nelle grinfie dei mafiosi.
Una volta confiscati, questi beni vengono gestiti da un'agenzia dedicata. Dopo la valutazione, le opere di interesse culturale vengono assegnate alle collezioni pubbliche, designate dal Ministero della Cultura. Gli altri sono in vendita. Le 80 sculture e dipinti della mostra milanese, dopo un'ultima tappa in Calabria, saranno distribuite in vari musei del Paese. Alcuni si uniranno all'emblematica Pinacoteca di Brera, a Milano.