Il Consiglio degli Emittenti ed Editori della Stampa del Senegal (CDEPS) ha ufficialmente avviato un procedimento legale dinanzi alla Corte Suprema, volto a ottenere l’annullamento delle ordinanze prese dal Ministero delle Comunicazioni relative alla pubblicazione dell’elenco dei media conformi al Codice della Stampa . Questo approccio segna un’escalation nella situazione di stallo tra l’organizzazione dei datori di lavoro e l’autorità di vigilanza.
Il 3 dicembre 2024 il Ministero delle Comunicazioni, guidato da Alioune Sall, ha pubblicato un elenco di 112 media dichiarati adempienti tra le 535 aziende registrate sulla piattaforma dedicata. I media non riconosciuti avevano quindi 72 ore per regolarizzare la loro situazione.
Questa pubblicazione ha suscitato un forte malcontento all’interno del CDEPS, presieduto da Mamadou Ibra Kane, che considera questo approccio un abuso di potere. Secondo l’organizzazione, il ministero ha oltrepassato le sue prerogative dandosi il diritto di decidere quali media possono essere considerati legali o meno.
Nel ricorso presentato alla Corte Suprema, il CDEPS chiede: L’annullamento dei decreti adottati il 29 luglio e il 4 ottobre 2024, che hanno portato alla pubblicazione dell’elenco controverso. Riconoscimento del ruolo limitato del Ministero delle Comunicazioni nella registrazione amministrativa dei media, senza ingerenza nel loro status giuridico.
Il presidente del CDEPS, Mamadou Ibra Kane, denuncia un tentativo di controllo eccessivo del panorama mediatico senegalese, che considera una minaccia diretta alla libertà di stampa.
Il CDEPS non intende fermarsi a quest’unica azione. Mamadou Ibra Kane ha annunciato la preparazione di altre azioni legali per contestare l’attuale politica del Ministero delle Comunicazioni. Chiede inoltre una mobilitazione degli operatori della stampa per difendere la propria autonomia e indipendenza di fronte a ciò che definisce un’ingerenza ingiustificata.
Se il Ministero delle Comunicazioni giustifica il suo approccio con la necessità di regolamentare e professionalizzare il settore, il CDEPS ritiene che queste misure siano sproporzionate e costituiscano un tentativo di mettere la museruola ad alcuni media.
Rts
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