I fatti sono avvenuti lo scorso fine settimana davanti a un prestigioso albergo di Casablanca, dove un gruppo di tassisti aspettava potenziali clienti. Secondo i tassisti che hanno assistito all’incidente, un’auto collegata ad una richiesta di ride-sharing è venuta a prendere il diplomatico russo e sua moglie, cosa che ha “fatto arrabbiare” i tassisti perché queste richieste non sono legalmente riconosciute in Marocco. Uno dei tassisti, Jamal, si sarebbe avvicinato al diplomatico per spiegargli che le applicazioni di ride-sharing operano illegalmente in Marocco e lo avrebbe esortato a cercare invece i servizi di un taxi autorizzato.
Sempre secondo i testimoni, questo alterco ha dato origine ad una discussione verbale. Il diplomatico è poi tornato in albergo. Ma diversi tassisti lo hanno seguito per spiegare più nel dettaglio le loro preoccupazioni. Questa conversazione sarebbe stata pacifica, ma chiaramente non era di gusto del diplomatico. Secondo quanto riferito, ha presentato una denuncia alla polizia per cattiva condotta, che ha portato all’arresto di Jamal. Tuttavia, l’arresto del tassista ha suscitato indignazione tra i suoi colleghi e i rappresentanti sindacali.
Leggi: Casablanca: un diplomatico russo coinvolto in un alterco tra taxi e VTC
Non vi è stato alcuno scontro fisico, ha precisato il segretario nazionale del Sindacato Democratico Marocchino del Lavoro (UDTM), citato da Notizie dal mondo del Marocco. Secondo lui, i fatti riportati dai media non riflettono realmente la realtà e potrebbero nuocere alla reputazione del Paese. Fonti confermanti affermano infatti che il tassista avrebbe inseguito l’auto del carpool che trasportava il diplomatico russo e sua moglie, provocando il blocco della strada da parte di diversi tassisti. Quest’ultimo avrebbe poi aggredito l’autista. Secondo le stesse fonti, il diplomatico e la moglie sono rimasti entrambi feriti mentre cercavano di sedare la rissa.
Sulla base delle testimonianze, il funzionario sindacale ha ribadito che il tassista arrestato non è stato coinvolto in alcun litigio fisico con la coppia. Secondo lui, ha contattato il procuratore generale del re per chiedere il rilascio di Jamal. Ritiene che l’attenzione dovrebbe invece concentrarsi sullo stato non regolamentato delle app di ride-hailing, che era alla radice del problema.
Morocco