Il Marocco prepara una risposta

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Di fronte alla concorrenza sleale dei pomodori egiziani in scatola, i cui prezzi sono notevolmente inferiori, il Ministero dell’Industria e del Commercio marocchino sta valutando l’introduzione di un dazio antidumping fino al 30%. Questa misura mira a ristabilire l’equilibrio del mercato, tutelare i produttori locali e preservare l’industria nazionale.

I pomodori in scatola provenienti dall’Egitto, che occupano un posto importante sul mercato marocchino, attirano sempre più l’attenzione delle autorità locali, in particolare del Ministero dell’Industria e del Commercio. Un’indagine approfondita ha recentemente evidenziato pratiche commerciali ritenute sleali associate a queste importazioni, che hanno conseguenze negative sulla produzione locale.

Questa situazione ha portato il Ministero a prendere in considerazione misure correttive, la principale delle quali sarebbe l’introduzione di un dazio antidumping la cui aliquota potrebbe arrivare fino al 30%. Questa iniziativa mira a ristabilire l’equilibrio nel mercato e a tutelare i produttori marocchini, duramente colpiti da questa concorrenza sleale.

L’indagine condotta dalle autorità marocchine ha rivelato un sostanziale margine di dumping tra i prezzi all’esportazione delle conserve di pomodoro egiziano e quelli dei prodotti locali. In effetti, la differenza osservata raggiunge un tasso del 29,93%, il che costituisce una significativa sottoquotazione dei prezzi. A causa della mancanza di collaborazione da parte dei produttori egiziani, gli investigatori hanno dovuto fare affidamento su dati accessibili, confrontando i prezzi all’esportazione dei pomodori egiziani con quelli praticati sul mercato marocchino, in particolare nei supermercati. I prezzi di riferimento sono stati calcolati sulla base delle informazioni disponibili sul mercato locale egiziano, mentre gli aggiustamenti hanno tenuto conto dei margini commerciali, dei costi logistici e delle tasse locali per un confronto equo. Questi risultati confermano la pratica sistematica della sottoquotazione dei prodotti egiziani, che ha un impatto negativo sulla competitività dei produttori marocchini.

Inoltre, le importazioni di pomodori in scatola dall’Egitto hanno registrato un notevole aumento negli ultimi anni, sia in termini di volume che di quota di mercato, il che ha contribuito a un significativo afflusso di prodotti a basso prezzo nel mercato marocchino. Questa situazione ha influenzato direttamente i prezzi dei prodotti locali e ha comportato perdite considerevoli per i produttori marocchini.

Secondo gli indicatori economici del settore, si nota una tendenza al ribasso nel consumo dei prodotti nazionali, accompagnata da una stagnazione nella creazione di posti di lavoro nel settore. Anche la redditività delle aziende marocchine conserve di pomodoro è stata gravemente compromessa. I dati raccolti durante l’indagine indicano che l’aumento delle importazioni a basso prezzo è la causa principale di queste difficoltà economiche e che nessun altro fattore esterno spiega questa situazione.

Di fronte a questa situazione preoccupante, le autorità marocchine si vedono obbligate ad intervenire per preservare l’industria locale e risanare la situazione economica del settore. Attualmente è allo studio l’introduzione di un dazio antidumping, la cui aliquota sarebbe calcolata in base al margine di dumping individuato dall’inchiesta. Questa misura mira a ripristinare una sana concorrenza sul mercato marocchino, impedendo che i prodotti esteri a basso costo perturbino i prezzi locali e indeboliscano l’economia nazionale. Istituendo questo dazio antidumping, il governo spera di limitare l’impatto negativo di queste importazioni sleali, sostenendo al tempo stesso i produttori marocchini nel loro desiderio di rimanere competitivi di fronte ad una concorrenza internazionale sempre più aggressiva.

Tale misura rientra in una logica di tutela dell’industria nazionale pur rispettando le norme del commercio internazionale. Gli accordi commerciali internazionali consentono l’imposizione di dazi antidumping quando vengono dimostrate pratiche commerciali sleali, come la sottoquotazione dei prezzi. Si tratta di una risposta adeguata alle pratiche commerciali che, senza l’intervento del governo, rischierebbero di soffocare la produzione locale a favore di pratiche sleali.

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