L'agenzia di rating americana ha deciso questo venerdì, 29 novembre, di mantenere il debito francese, in un contesto segnato dall'instabilità politica e dallo scostamento di bilancio.
La Francia ottiene una tregua. Dopo gli avvertimenti di Moody's e Fitch, l'agenzia di rating S&P ha deciso questo venerdì, 29 novembre, di mantenere il rating assegnato al debito francese a “AA-“, così come il suo outlook a stabile.
“Nonostante l'incertezza politica, ci aspettiamo che la Francia rispetti, con un certo ritardo, il quadro di bilancio europeo e consolidi gradualmente le sue finanze pubbliche nel medio termine”, ha affermato l'agenzia americana in un comunicato stampa.
Il mantenimento del rating testimonia il “credito concesso al governo” malgrado il “rischio politico”, Bercy dal canto suo ha reagito.
La decisione di S&P Global Ratings arriva mentre il governo moltiplica i compromessi per cercare di sfuggire ad una mozione di censura, che potrebbe avvenire già la prossima settimana sul bilancio della previdenza sociale e, secondo l'esecutivo, far precipitare la Francia in una ” crisi economica e finanziaria”. tempesta.
In questo contesto esplosivo, Michel Barnier ha voluto rassicurare. Nonostante gli “aggiustamenti” apportati al progetto di bilancio, che inizialmente prevedeva uno sforzo di 60 miliardi di euro nel 2025, il Primo Ministro ha assicurato giovedì che sta facendo “tutto per rimanere intorno al 5%” del deficit pubblico in rapporto al prodotto interno lordo ( PIL), rispetto al 6,1% previsto nel 2024.
Instabilità politica e slittamento delle finanze pubbliche
Nel mese di maggio S&P ha abbassato il rating francese di un notch, da “AA” a “AA-”, con outlook stabile, riducendo i rischi di un ulteriore downgrade nell'immediato futuro.
Da allora, in una Francia già pesantemente indebitata, si sono accumulate cattive notizie, apparse tra gli stupidi europei: scioglimento dell'Assemblea nazionale, nomina tardiva del primo ministro, deficit pubblico in ascesa…
Di fronte all’incertezza politica che perdura dopo lo scioglimento, anche i mercati si sono un po’ agitati. Dopo aver raggiunto all'inizio della settimana un picco dal 2012, il divario tra i tassi sovrani a 10 anni francesi e quelli tedeschi, considerati un rifugio sicuro in Europa, si è leggermente ridotto dopo l'annuncio di Michel Barnier di rinunciare ad aumentare le tasse sull'elettricità oltre il livello precedente. lo scudo tariffario.