La presenza militare francese in Africa subisce un’altra grave battuta d’arresto. Il 28 novembre 2024, il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye ha dichiarato che le basi militari francesi dovranno chiudere, segnando una svolta decisiva nei rapporti tra Dakar e Parigi. Lo stesso giorno, il Ciad ha annunciato la fine dei suoi accordi di difesa con Parigi, decisione arrivata poche ore dopo la visita del ministro francese per l’Europa e gli Affari esteri, Jean Noël Barrot.
Il presidente senegalese ha giustificato questa decisione con la sovranità del suo paese: “Il Senegal è un paese indipendente, un paese sovrano e la sovranità non consente la presenza di basi militari in un paese sovrano”. Tuttavia, ha ricordato l’importanza della Francia come partner economico e diplomatico, sottolineando che il Senegal intrattiene ormai rapporti con altri paesi: “Oggi la Cina è il nostro principale partner commerciale. Tuttavia, la Cina ha una presenza militare in Senegal? NO.”
Senegal: potere atteso alla svolta dopo l’annunciato tsunami elettorale
Questi annunci giungono in un contesto di declino dell’influenza militare francese in Africa. Dopo i ritiri forzati dal Mali, dal Niger e dal Burkina Faso in seguito ai colpi di stato, la fine delle basi in Ciad e Senegal completa la messa in discussione della presenza militare francese nella regione.
Rottura e memoria coloniale, a 80 anni dal massacro di Thiaroye
Questa rottura coincide con la commemorazione, questa domenica, 1 dicembre 2024, del massacro di Thiaroye, un episodio oscuro della storia coloniale. Nel 1944, diverse centinaia di fucilieri senegalesi, che chiedevano la paga dopo la seconda guerra mondiale, furono giustiziati dall’esercito coloniale francese.
In una lettera indirizzata al presidente Bassirou Diomaye Faye, Emmanuel Macron ha riconosciuto per la prima volta questo massacro, descrivendo l’evento come “inaccettabile”. Il capo dello Stato francese ha insistito sul dovere di farlo “verità e giustizia” tra le due nazioni, evidenziando i legami di amicizia e di fraternità che devono prevalere.
Questi due eventi, seppure distinti, risuonano come simbolo della crescente emancipazione dei paesi africani dai loro ex colonizzatori. È giunto ormai il momento di ridefinire le relazioni tra la Francia e i suoi partner africani, su una rinnovata base di rispetto e cooperazione.