Legislativa: chiuse le istanze per il secondo turno, oltre 200 ritiri contro la Marina: Notizie

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Tutto è pronto per il secondo turno delle elezioni legislative, dopo la chiusura delle candidature martedì alle 18, che ha rivelato più di 200 ritiri nel tentativo di costituire un “fronte repubblicano” contro un raduno nazionale sull’orlo della rivolta. una maggioranza assoluta.

Secondo un conteggio dell’AFP, 127 membri del Nuovo Fronte Popolare di sinistra hanno scelto di ritirarsi, così come 81 candidati della coalizione macronista Insieme per la Repubblica. A cui si aggiungono tre deputati legati al partito di destra Les Républicains e un rappresentante estero non affiliato.

Spesso senza entusiasmo, il ritiro dei candidati macronisti o di sinistra avviene nella stragrande maggioranza dei collegi elettorali dove almeno tre candidati erano qualificati e dove il partito lepenista riesce a vincere. Come nell’Alta Garonna o nell’Hérault, dove i ministri Dominique Faure e Patricia Mirallès hanno finito per arrendersi.

“I ritiri non significano manifestazioni”, ha ripetuto Gabriel Attal, in viaggio martedì nell’Eure-et-Loir, ribadendo che non si tratta di “una coalizione, un’alleanza” con La France insoumise.

Limitando il triangolare e il quadrangolare (dei 311 possibili alla fine del primo turno dovrebbero restarne 110), l’obiettivo è evitare che la RN ottenga la maggioranza assoluta di 289 deputati. Se venisse raggiunto, agli oppositori del partito di estrema destra si aprirebbe il compito complesso di formare una maggioranza o un governo alternativo in grado di guidare la Francia.

Da parte sua, Jordan Bardella, pronto ad entrare a Matignon, ha denunciato “alleanze disonore” e ha invitato gli elettori a concedergli la maggioranza assoluta “di fronte alla minaccia esistenziale per la nazione francese” che, secondo lui, il Nuovo Popolare Davanti.

Esempio di questi ritiri: nel Calvados, il candidato della LFI si è ritirato per favorire la rielezione di Élisabeth Borne, che la sinistra ha tuttavia combattuto vigorosamente sulle riforme delle pensioni e dell’immigrazione.

Nella direzione opposta, nonostante il “né RN, né LFI” sostenuto da Édouard Philippe, un candidato di Horizons nella Seine-Maritime, Laurent Bonnaterre, si è ritirato, offrendo così la possibilità ad Alma Dufour, deputato uscente della LFI, di mantenere il suo posto.

Restano alcune eccezioni, come il rinascimentale Loïc Signor che resta nel collegio elettorale dell’Insoumis Louis Boyard, deputato “contro la Repubblica” secondo il partito presidenziale.

E alcune particolarità emergono, come a Parigi, dove la candidata Place Publique-Nouveau Front populaire Théa Foudrinier si è ritirata in favore della macronista Astrid Panosyan-Bouvet, che affronterà… una candidata LR.

Lontano da queste equazioni nazionali, a Parigi il candidato rinascimentale e dissidente uscente Gilles Le Gendre si è ritirato e chiede di votare per la sinistra contro il candidato macronista spinto da Rachida Dati.

– “Battere l’estrema destra” –

Emmanuel Macron ha detto ai suoi ministri che “nessuna voce” dovrebbe “andare all’estrema destra”, ricordando che la sinistra si era mobilitata contro la RN nel 2017 e nel 2022 consentendone l’adesione all’Eliseo.

Un modo di rispondere a chi, nella maggioranza come Bruno Le Maire, mette fianco a fianco RN e La France insoumise, accusati di aver flirtato con l’antisemitismo durante la campagna europea.

“Sono io a condurre questa campagna” e “l’importante è la mia parola”, ha insistito martedì Gabriel Attal.

Dal lato della società civile, un intersindacato formato da CFDT, CGT, Unsa, FSU e Solidaires, chiamato a votare per i candidati “meglio posizionati per battere l’estrema destra”, così come un migliaio di storici in un editoriale su Le Mondo.

Da parte sua, il Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia (CRIF) è rimasto sulla linea “né RN, né LFI”.

– Assemblaggio “plurale” –

Domenica l’onda blu navy si è diffusa con oltre 10,6 milioni di voti, ovvero il 33,1% dei voti, un livello storico – escluso il secondo turno delle elezioni presidenziali del 2022.

Al primo turno, la RN ha eletto 39 deputati, a cominciare da Marine Le Pen a Pas-de-Calais. Il partito della fiamma, alleato di Eric Ciotti, si è qualificato in 443 dei 577 collegi elettorali ed è in testa in 296.

Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, l’estrema destra potrebbe governare la Francia. E poche sono le opzioni a disposizione delle altre forze politiche per prevenirlo.

Jordan Bardella ha già fatto sapere che rifiuterebbe l’incarico di primo ministro se non avesse la maggioranza assoluta, cioè 289 deputati.

Ma, se la RN si avvicinasse, con “per esempio 270 deputati”, Marine Le Pen ha indicato che il suo partito cercherà di attirare “deputati per esempio diverse destre, diverse sinistre, LR, che in passato hanno espresso una vicinanza con noi” .

Se il partito della fiamma non riuscisse a governare, i macronisti, parte della sinistra e alcuni LR potrebbero tentare di formare una “grande coalizione”, comune nei paesi europei ma estranea alle tradizioni politiche francesi.

Gabriel Attal spera quindi che dalle urne esca una “Assemblea Plurale”, con LR Xavier Bertrand che evoca un “governo di rinascita nazionale”.

Ma Manuel Bompard ha escluso la partecipazione della LFI ad una tale coalizione. “I ribelli governeranno solo per attuare il loro programma, nient’altro che il programma, ma l’intero programma”, ha detto.

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